mercoledì 30 settembre 2009

Roccazzo

Il sito archeologico di Roccazzo è ubicato, nei pressi della frazione agricola di "Borgata Costiera". L’area di interesse archeologico è di rilevanti dimensioni, sviluppandosi per circa 20 ettari su di un sopralzo di roccia calacarea del tipo che localmente viene definito "Magaggiara". Si tratta di un imponente insediamento eneolitico, con grandi capanne a forma di barca e numerose tombe a pozzetto. Nel 2008 il sito è stato oggetto di una campagna di scavo diretta dal prof.Sebastino Tusa, che ha permesso il rinvenimento di numerose tombe e capanne eneolitiche, oltre a ceramicheneolitiche e dell'età del bronzo e, nella parte più occidentale, di un complesso edificio greco probabilmente darabile alla prima fase di colonizzazione del territorio di Selinunte.
Tomba a pozzetto

Abitazione greca


martedì 29 settembre 2009

Prassitele, il greco più amato dai Romani

E' il 146 a.C. e Roma dà un ulteriore segno della sua crescente potenza conquistando la Grecia e annettendola, come provincia, al suo già vasto impero
"La Grecia conquistata conquistò il conquistatore" scrive Orazio per rendere la forte fascinazione dei romani nei confronti della cultura ellenica. Questa infatuazione li indusse a portarsi a casa un numero spropositato di opere d'arte greche per decorare fori, terme, ville e giardini. E siccome la opere originali non erano illimitate cominciarono a farsi fare copie, un numero straordinariamente elevato di copie. Ammirate e replicate erano le statue di grandi artisti. Certo, andavano per la maggiore Mirone, Fidia, Policleto, Scopa, Lisippo. Ma tra tutti il più amato dai romani fu Prassitele, il grande scultore ateniese del IV secolo avanti Cristo. Le sue statue possedevano la grazia, la dolcezza, l'eleganza, la sensualità che tanto piacevano all'aristocrazia del periodo imperiale. È l'artista dell'antichità di cui in assoluto possediamo più opere in replica, e secondo alcuni studiosi anche due-tre originali.

Eppure le sue sculture più celebri - l'Afrodite Cnidia, l'Apollo Sauroctono, l'Eros di Tespie - non sono conosciute dal grande pubblico quanto quelle di un Michelangelo, Bernini o Canova che pure tanto devono ai modelli elaborati in Grecia. Del resto le mostre si sprecano, ma quante di queste sono state dedicate ai grandi artisti dell'antichità classica? Anche se tutti con un imperdonabile ritardo, i primi ad arrivare, nel 1990, furono i tedeschi con l'esposizione monografica su Policleto a Francoforte, poi gli italiani con quella su Lisippo a Roma (1996) e oggi i francesi con una mostra interamente consacrata a Prassitele, a Parigi, Museo del Louvre (dal 23 marzo al 18 giugno 2007).
Pur non avendo bisogno di battage pubblicitario – la mostra è così eccezionale da essere comunque imperdibile – un paio di incidenti di percorso hanno fatto alzare la tensione e la carica di attesa intorno a questo evento: gli annunciati e mancati prestiti di due bronzi, uno dagli Stati Uniti, l'altro dalla Grecia. Bizzarro che si tratti di due bronzi perché Prassitele è per definizione un "marbrier" (come dicono i francesi) cioè uno scultore del marmo e a modelli marmorei dalle superfici vibranti deve tutta la sua fama. Prima la rinuncia ad ospitare l'Apollo Sauroctono ("che uccide una lucertola") conservato presso il museo americano di Cleveland, imposta dalla Grecia perché la scultura sarebbe stata al centro di traffici illegali. Per inciso, il Louvre possiede una delle copie in marmo più belle di questo celebre modello prassitelico.
In secondo luogo, la tardiva defezione proprio da parte del ministero della cultura greco che ha rinunciato a prestare l'Efebo di Maratona, che il Louvre aveva scelto per i manifesti della mostra e già inserito nel catalogo. "L'Efebo non ci sarà, tanto peggio per lui", è stata la risposta piccata di uno dei due curatori, Alain Pasquier. Lo stesso che martedì scorso, durante la presentazione alla stampa dell'esposizione, ha prestato il fianco a un'altra querelle. Satiro danzante, statua bronzea recuperata nel 1997 nelle acque di Mazara del Vallo e da alcuni considerata un originale di Prassitele. Questa volta con lo studioso Paolo Moreno, reo di aver attribuito a Prassitele il Satiro danzate, l'ormai celebre bronzo recuperato al largo di Mazara del Vallo dal peschereccio di capitan Ciccio, nel 1997. Ancora un altro bronzo al centro della discordia. La statua, che conclude il percorso della mostra al Louvre, "possiede lo sguardo estasiato del satiro che danza sfrenatamente: non può essere attribuita a Prassitele perché lontana dallo stile tipico dello scultore, che privilegiava la dolcezza e la grazia. Moreno è l'unico ad avere questa opinione", taglia corto Pasquier.

E non perde occasione per tirare acqua al mulino del museo parigino: "In mostra solo la testa monumentale del tipo Artemide Brauronia, trovata sull'Acropoli di Atene nel 1831 (ndr. ora nella collezione permanente del Louvre) ha delle concrete possibilità di essere uscita dalla scalpello del grande artista".
Il dossier evidentemente è ancora aperto, e questa è l'occasione perfetta per aggiungere nuovi tasselli. Del resto si sono messe insieme 106 opere che, lungi dall'essere tutti modelli partoriti dal genio ateniese, si ispirano alla maniera prassitelica, evocano la carriera del maestro, restituiscono il segno della contaminazione tra le sue opere e gli stili delle varie epoche successive, mettono in luce un "Prassitele talvolta sognato, spesso immaginato e che si spera finalmente ritrovato". Insomma una ricerca al Prassitele perduto.
Chi non vuole lasciarsi distrarre dalle polemiche, può concentrarsi semplicemente sulle bellezza dell'allestimento. Quello che si può ammirare nelle presenze scultoree che popolano la Hall Napoléon del Louvre è una divinità umanizzata, che rifugge dalle pose ieratiche e maestose per rifugiarsi in un molle abbandono, lasciarsi pervadere da una calma assorta e dolce, assumere un aspetto trasognato. Le figure di Prassitele – che siano dèi, satiri, efebi, eroi – sono sempre piegate languidamente su un fianco: fuori dal loro asse si appoggiano sinuosamente su un sostengo laterale. Un modello che trova la sua perfetta sintesi – o, se vogliamo pensarla come Plinio e il poeta Luciano, l'acme – nell'Afrodite Cnidia, il capolavoro assoluto dello scultore: ci si potrà meravigliare di fronte alla più bella copia in circolazione, prestata dai Musei Vaticani. La dea è completamente nuda, "fotografata" nell'istante in cui si appresta a cominciare il bagno rituale. Prassitele è il primo scultore greco che ha osato rappresentare il nudo femminile nella grande statuaria – il claim è perfetto per attirare visitatori alla mostra e per i giornali –, colui che tolse i veli al corpo muliebre. Non sarà nemmeno difficile indovinare nelle forme morbide di Afrodite quelle di Frine, l'etèra amata dall'artista e sua splendida modella: la tradizione la vuole accusata di empietà e poi assolta dai giudici grazie all'espediente di esibire il suo corpo nudo durante il processo. (
di M.Metta)

lunedì 28 settembre 2009

Gli scavi archeologici infiniti, anzi...non finiti

2006
Che fine hanno fatto gli archeologi della Sovrintendenza di Trapani? Dove sono finiti gli operatori che si occupavano degli scavi? E l'Amministrazione Comunale? I miei interrogativi non hanno finalità polemiche ma tendono alla conoscenza. Credo che tutti i cittadini di questa martoriata città si chiedano perché i lavori sono stati interrotti e soprattutto perché sono ancora fermi? Non è legittimo interrogarsi?

Voglio mostrarvi qualche foto che ho realizzato durante i recenti scavi nel nostro Centro storico. La foto 1 mostra una veduta aerea dalla quale si distingue bene una struttura quadrangolare che i tecnici presumono trattasi del basamento dell'antico Minareto, cioè la torre, presente in quasi tutte le moschee, dalla quale il muezzin (mu‘adhdhin) cinque volte al giorno chiama alla preghiera i devoti di Allah. Come il campanile cristiano, anche il minareto serve a far arrivare il più lontano possibile il segnale che scandisce la giornata liturgica. Nell'Islam questo coincide con i momenti d'elezione (awqàt) in cui deve essere validamente assolto l'obbligo della preghiera islamica, detta Salat. Il minareto, venne realizzato durante la dominazione araba della nostra città, come si evince da immagini esistenti prima del suo crollo avvenuto nel 1587 (Vedi: Tiburzio Spannocchi, architetto ufficiale della Corona Spagnola ed ingegnere militare, che lavorò per due anni circa alla redazione di un carteggio sulle fortificazioni ed sugl'impianti urbani delle maggiori città della Sicilia, al fine di poter realizzare delle fortificazioni a difesa delle popolazioni dalle frequenti incursioni piratesche. Egli realizzò nel 1584 un acquerello nel quale si può osservare l'edificio in questione).
Esso insisteva nel sito da me fotografato ed aveva una elevazione articolata in cinque piani, pertanto era sicuramente una edificio imponente. Da esso si poteva, inoltre, osservare anche un vasto tratto del mar Mediterraneo, ed era un importante punto d'osservazione utilissimo per la difesa della città.
Esiste, una scultura in marmo, del 1600, che lo riproduce (foto 2)


Particolare di una bella scultura che si trovava nell'ingresso del "Cimitero dei Bambini" ormai non più esistente, ch'era ubicato nello spazio retrostante l'ex oratorio della Cattedrale, che io ho visto quando da fanciullo, frequentavo quei locali allorché era parroco mons. Giova Battista Criscuoli. Oggi è conservata all'interno della Basilica Foto 3
Altro ritrovamento, durante gli scavi è stato quello di:una tomba, il cui contenuto sicuramente è stato rimosso in passato (immagine più' piccola della foto 4)



e una fossa la cui finalità lascia perplessi i tecnici. Qualcuno sostiene trattarsi di una sorta di Silos, contenitore alimentare, qualche altro pensa possa trattarsi di una antica tomba romana. Nel periodo imperiale, a Roma, si seppellivano i morti in fosse simili a quella. Il morto veniva deposto sul fondo. Su di esso veniva deposta una grossa lastra di marmo sulla quale poi veniva deposto il cadavere successivo, altra lastra e cosi' via fino al riempimento del fosso. (Ipotesi verosimile?). Siamo in attesa di riscontri ufficiali che possano chiarire il dilemma.

Altro elemento interessante ritrovato è il lungo condotto visibile nella foto 5
Trattasi di un condotto utilizzato, nelle epoche precedenti, per il deflusso delle acque bianche. E stato fotografato anche al suo interno, è molto rifinito e vi può camminare un uomo di media statura in piedi. Se è nato con queste finalità o è stato adattato successivamente a questo scopo non è ancora dato saperlo.

Altro elemento di grande interesse è il ritrovamento di una fornace di epoca medievale. foto 6
Il reperto acquista notevole valenza perché è un ulteriore prova dell'esistenza, in epoca medievale, di maestranze locali che producevano manufatti in terracotta e in maiolica, di pregevole fattura, come rilevato in reperti di quell'epoca trovati in altri scavi.
Scavi Parte II Quattro Aprile 2006
Oggi, per chi ama questa città, è un giorno triste. Un'Amministrazione frettolosa, influenzata dall'incalzante morbosa atmosfera partitica (alimentata dalle imminenti consultazioni politiche), prostrata alla pressante richiesta di miopi commercianti, incapace di procurarsi i fondi necessari per una seria campagna di scavi esplorativi, ha impietosamente interrotto i lavori di ricerca archeologica nella piazza della Repubblica. Solo in una comunità di uomini "modesti" si può non approfondire una scoperta la cui valenza non si è potuta valutare. Non hanno voluto coinvolto le forze culturali, quantomeno per tentare di realizzare un dibattito tecnico-conoscitivo ed eventualmente, se necessario, propositivo, considerando che stiamo parlando di un bene della comunità. Invece i tuttologi di turno hanno deciso, come al solito, per tutti noi, senza rendersi conto che le "occasioni" come quella contingente non si debbono perdere in quanto consentono di arricchire la conoscenza della Storia Patria e sono fonte di eventuale arricchimento per il tanto sbandierato turismo culturale che, con queste premesse, non decollerà mai. Mi auguro che altri spiriti liberi, come me, partecipino allo sdegno per la pochezza e la superficialità di scelte "politiche" che sono, solo in parte, tecniche ma anche, e soprattutto, da cronica carenza culturale e imprenditoriale. I fondi della comunità europea, in questo variegato settore, sono a disposizione di chi presenta progetti circostanziati e credibili. Da noi questi percorsi comunitari non prendono mai il via, sia per mancata di competenti specialisti del settore delle politiche europee, ma anche per disattenzione istituzionale, volta ad altri interessi, più facili da realizzare. Ci rendiamo conto che, i tecnici incaricati dalla sovrintendenza, hanno trovato "validi" motivi per insabbiare e ricoprire queste antiche vestigia, e che se interrogati addurranno seri e documentate esigenze tecno-pratiche, per questa loro scelta (in primis la mancanza di fondi e soprattutto perchè, i politici locali, non hanno insistito più di tanto). Sarebbe auspicabile che, in futuro, la sovrana comunità non venga tenuta ai margini e venga coinvolta nelle scelte importanti, e che si interpellano i tanti tecnici della nostra comunità o non solo quelli delle sovrintendenze, che per carenze di fondi e operano scelte, molto spesso discutibili. Noi abbiamo dato la delega ai politici non perchè esercitino poteri assoluti, ma, per guidarci in scelte condivise e condivisibili. Gli amministratori, hanno a disposizione un'incredibile numero di mass media per informare e per poter aprire un dibattito, legittimo e sacrosanto. Gli elettori mazaresi non sono parte attiva solo quando vanno alle urne, ma devono esserlo sempre e comunque, e in special modo nelle grandi scelte di questa sfortunata comunità.


Pratica archiviata!

domenica 27 settembre 2009

Processo di approvazione al Culto

Roma - Pubblicazione del 1835 - Provenienza Regia Monacensis - Approvazione al culto del Beato Arcangelo da Calatafimi, dei Frati minori di San Francesco.Veniva venerato da tempo ma il culto non era stato approvato ufficialmente dalla chiesa ufficiale. Papa Urbano VIII, inizia il processo di Nuncupazione (Nel diritto romano, proclamazione di speciali formule solenni che rendevano valido un negozio giuridico) cioè di approvazione. Siccome Calatafimi ricade nella Diocesi di Mazzara (viene anche tirato in ballo il vescovo pro tempore Alessandro Caputo).




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Questa immagine m'è stata inviata senza alcuna delucidazione

Opere d'Arte sul Satiro

L’Artista Mimmo Rotella, in occasione della Mostra “Iconica. Arte contemporanea e archeologica”, organizzata dalla Regione Siciliana nel 2004, anno dell'Archeologia, ha realizzato un décollage su tela dedicato al meraviglioso bronzo ritrovato in mare, cm 100 x 70 avente per titolo “Il Satiro di Mazara”. Una mostra, questa, itinerante che è stata dislocata nei più importanti siti archeologici siciliani e che ha visto esposte opere di quindici artisti contemporanei, che si sono confrontati sia come rilettura critica del passato o recupero delle proprie radici linguistiche, sia in chiave più ironica e disincantata, con quelle presenti negli stessi siti. Grandi sculture, tele, istallazioni, fotografie hanno costituito un percorso colto e divertito all'interno di un ideale Grand Tour tra le città e le rovine della Magna Grecia, quasi a voler confermare che “senza la Sicilia non ci si può fare un'idea dell'Italia: qui, e qui soltanto è la chiave di tutto" (celebre e felice intuizione goethiana).

Viaggi didattici Istituto "Ruggero d'Altavilla"

1962 /63 - Gita, itinerario: Milano, Colonia, Dortmund, Amburgo, Francoforte sul Meno, Kassel, Monaco, Milano
Amburgo - Visita agli impianti portuali
Pietro Barracco, Carmelo Scavone, ?, Calogero Gallo, Francesco Ballatore, Giovanni Balsamo, , Baldassare Parlapiano, ?, Giuseppe Barbera, Salvatore Cucchiara, Giulio pernice, Eugenio Adamo, ?, Vito Anteri, Nicola Cacioppo, ?, prof. Girolamo Navarra, Carmelo Graffagnini, Vito Figlioli, Gaspare Ferro, vice preside Salvatore Messina e signora, preside Francesco Melia e signora, Vito Costa, prof. Aldo Saffiotti, Nino Figlioli, Giuseppe Bandiera

Amburgo - Raffineria Esso - Standard
All'interno della Raffineria

1964/65 - Siracusa (15/06/64) - V
Riconosco: Alfredo Giardina, Franco Asaro, Gino Ivaldi, Ingrasciotta, prof. Aldo Saffiotti (Ed. Fisica), Zenone, Anzaldi, Nicopino Signorello, prof. Maria Sammartano (Lettere), Giovanni Lisma


Il preside Francesco Melia con alcuni docenti - Maria Sammartano 

1966/67 - Viaggio didattico : Itinerario Torino - Lione - Parigi - Milano
Si passa la frontiera diretti a Lione- Parigi
Giuseppe Cudia, Leonardo Pinta, Rubino, Salvatore Calamia, Gaspare Genna, ing. Pampalone.
Tommaso Calcara, Vincenzo Gianformaggio, Vincenzo Pirrone, Pietro Quinci , Leonardo Pinta,
Calogero Di Giovanni, Giuseppe Labbruzzo, Vito Cudia, Stefano La Colla, Giovanni Aiello, Alfredo Giardina, Giuseppe Ingargiola, Natale Abate, Giuseppe Morsellino, Vincenzo Barracco, Ing. Arrigo, Francesco Rizzo Fran, Giuseppe Palma, Gaetano Mattaroccia, Pietro Fasulo Fasulo.
Fici, Giulio, Nicola Zaccarini, Certa Prospero, Stefano Giaramida, Ignazio Genna.
Gaspare Lanza, Adriano Buffa, Giovanni Genna, Salvatore Catinella, Moceri Michele, Giuseppe Guercio, Signorelli,


1966/67 - Scalinata di Montmartre (Chiesa del Sacro Cuore)
Salvatore Calamia, Pietro Fasulo, Natale Abate, Ing. Arrigo, Pino Ingargiola, Calogero Di Giovanni, Nicola Zaccarini, Andrea Castiglione, Stefano La Colla, Adriano Buffa, Signorelli, Moceri, Prospero Certa, Vincenzo Gianformaggio, Giuseppe Guercio, Leonardo Pinta, Gaetano Calcara, Giovanni Aiello, Giuseppe Labbruzzo, Giuseppe Morsellino. Gaetano Mattaroccia, Gaspare Genna, Alfredo Giardina, Stefano Giaramida, Giuseppe Palma, Gaspare Lanza, Vito Cudia, Pietro Quinci, Vincenzo Pirrone, Vincenzo Barracco.

12/4/1969- Diplomandi - Visita guidata presso gli stabilimenti
"Ercole Marelli & C spa" - Sesto San Giovanni
Proff. Calcara e Aldo Saffiotti /Ed. Fisica)
Riconosco Mimmo Bonomo, Giuseppe Di Maria, Filippo Burgio, Gaspare carogna, Giovanni Puglie4se

1969/70 - Gita a Superga

1969 - Superga - V sez.B Elettrotecnici
?, Di Maria, prof. Aldo Saffiotti, ing. Giulio Calderaro, Vito Sinacori, Giuseppe Rallo, Giovanni Pugliese, Pietro Gancitano, Pietro Ingargiola, Grillo, Ubaldino, Giuseppe Bianco, Francesco Di Carlo

1969 - V B Elettrotecnici
Questa foto ricordo fu scattata alla fine della preparazione per gli esami di stato Per circa un mese sei ragazzi furono ospiti di Ciccio Asaro (Cardedda) a Tonnarella. Si studiava. si preparava il cibo e ci si divertiva
?, Pietro Gancitano, Francesco Asaro (cardedda), ?, ?, ing. Giulio Calderaro, Giuseppe Rallo, Curseri, prof. Franco Perrone, ?, ?, ?, Giuseppe Bianco, Angelo Arena, Giuseppe Faugiana, Filippo Burgio, Epifanio Placenti, Giovanni Pugliese, 

12/4/1969 - Visita allo Sabilimento "Ercole Marelli" - Sesto San Giovanni - V
Prof. Aldo Saffiotti

1970 - Gita ad Aosta (Acciaierie di Cogne) - Torino (Fiat Mirafiori) - Alunni delle V classi
Ing. Giulio Calderaro, Giuseppe Greco, Salvatore Asaro (cardedda), Gioacchino Marrone, Mimmo Guzzo, Vito Ingargiola, Bartolo Spina, Franco Magneti, Giacomo Sciuto, Marco Lisma, Finella, Vittorio Lombardo, Luciano Falco, Pino Torrente

Prof. Aldo Saffiotti, Marco Lisma

1971/72 - Alcuni studenti non residenti, in una pensione nei pressi dello Stadio "Nino Vaccara"
Balistreri Leonardo (Menfi), Bonura Ninni (Salemi), Mazara (Valderice), Albanese (Raffadali), Grammatico (Valderice), Abbraciano Josè (Valderice)

1972/73 - Classe IV B - (Elettrotecnici)
Visita alla Centrale idroelettrica "Carboj" agro di Sciacca
Bonanno Salvatore, Gandolfo Baldassare, Gucciado, Crasto Nicola, ing.Giulio Calderaro, Russo Giuseppe, Angelo Calogero, Renda Alberto, Rizzo Calogero, Ballatore, Passanante Pietro, ing. Francesco Asaro, Margiotta Gaspare. In basso: Noto Pietro, Antero Antonino, Balistreri Leonardo, Pecorella Biagio.

1973/74 - Classe IV B - (Elettrotecnici) - Viaggio d'istruzione (Torino - Aosta - Milano)
Balistreri Leonardo, Gandolfo Baldassare, Passanante Pietro, Crasto Nicola, Rizzo Calogero, Angelo Calogero, Russo Giuseppe, In basso: Pecorella Biagio.

1973/74
Gita a Londra - Sez. E

Roccafiorita, Mangione, Paolo Salvatore Fierotti, Santo Bastone, Pietro Giacalone, Nicola Asaro, Prof. Alberto Tumbiolo, Ing. Giulio Calderaro, prof. Nino Maniscalco, Angelo Fumusa, Ignazio Barbera, Rino De Michele, Vito Adamo, Biagio Marino, 


 Pietro Noto, ??, Calogero Rizzo, Giuseppe Russo, Pietro Passanante, Calogero Angelo, Biagio Pecorella, Alberto Renda, Leonardo Balistreri, Baldassare Gandolfo 

"Sciticchio" in c/da santa Nicola di Mazara del Vallo, prima degli esami di Maturità
Alberto Renda, Pietro Passanante. Leonardo Balistreri, Salvatore Bonanno, Gaspare Margiotta, Biagio Pecorella,  In basso: Giuseppe Russo, Calogero Rizzo 

21/3/1976 - Cortina d'Ampezzo
Eleonora Bonanno, prof. Mario Celestino


Di Natale, Eleonora Bonanno




Eleonora Bonanno

sabato 26 settembre 2009

Satiro: marketing

Ritengo che la famosa statua avrebbe bisogno di una strategia pubblicitaria di ben altro livello. Sinora la promozione è stata dilettantesta ed insufficiente. Alcune immagini di gadget che ho trovato sul web e lo sfruttamento, senza alcun ritorno, delle stesse.
Cartolina edita dall'assessorato regionale per i beni culturali ed ambientali

Un calendario sempre dello stesso editore

Utilizzo dell'immagine (credo patrocinio gratuito dell'Amministrazione)
"Venticinque addetti della Regione per la gestione di uno spazio di poco più di duecento metri quadri non riescono ad assicurare l'apertura del Museo del Satiro di Mazara del Vallo nei giorni festivi o lo fanno solo in alcune ore. E' questo un segno tangibile di una Sicilia che non va". Lo dichiara il sindaco di Mazara del Vallo, Nicola Cristaldi, mentre annuncia di aver richiesto al presidente della Regione, Rosario Crocetta, il trasferimento della gestione del Museo del Satiro dalla regione al comune. Cristaldi afferma che l'interesse turistico intorno a Mazara del Vallo è determinato dalla presenza del Satiro ma anche da una rete museale che il comune ha messo in piedi e che è aperta tutti i giorni dell'intero anno.






Scelta infelice dei colori


Lodevole iniziativa scolastica

Una delle poche promozioni valida








domenica 20 settembre 2009

Panellaro



Nel 2015, dopo 42 anni di intensa attività e dopo aver soddisfatto anche i gusti più intransigenti con i suoi panini e panelle, Nicola Bianco, lo storico ‘panellaro’ di Piazza Matteotti ha deciso di dire basta e andare in pensione per godersi un meritato riposo. Oltre 4 decenni passati a preparara panini con le pannelle che intere generazioni di mazaresi, ed anche moltissimi turisti, hanno potuto gustare. “Giunge un momento nella vita di un uomo – ha commentato Bianco – in cui è necessario dire stop e questo momento per me è arrivato a 66 anni, dei quali 42 trascorsi al Farsta. Anni nei quali ho visto passare davanti al banco dei panini intere generazioni e anni nei quali con l’amore e la cura di sempre ho preparato instancabilmente l’impasto per le panelle. Indubbiamente – ha concluso il ‘Panellaro’ – un velo di tristezza c’è ma anche la consapevolezza di aver fatto bene il mio lavoro ed aver soddisfatto il palato di centinaia di migliaia di persone in questi lunghissimi anni”. Il ‘Farsta’, questo il nome del locale che in pochi ricordano, chiude e con se si porta un pezzo della nostra storia.



martedì 8 settembre 2009