Angela, a diciott'anni, prima che la conoscessi
Angela con la sorella Erina
La mia fidanzata
... prima di sposarci
1975
Il fatidico giorno (3/1/1976)
Chiesa del Sacro Cuore di Gesù
Ha officiato un Sant'uomo
Assieme al nostro caro don Stefano D'Oca
Al Crystal per ringraziare gli amici
Questa foto l'ho voluta inserire per ricordare Maria di Partanna (alla mia sinistra) una cara amica immaturamente scomparsa
Tanto tempo fa!
1988
1976 - Al Long Rifle Club
sposini
1991 - Ieri l'altro
Fontana Salsa - Cena sociale dell'Accademia Mazarese Medico Chirurgica (di cui ero presidente)
Ieri
i sessantanni di un'amica
Oggi
... ecco come siamo ridotti
Storia di una bella avventura...
Viaggio di Nozze a Parigi
Dopo 6 anni Angela in dolce attesa
... all'inizio, il bagnetto a Valerio lo facevo io
... non ricordo se perché Angela era ancora insicura, o ero io che non mi fidavo!
Il battesimo del mio primogenito
Foto molto cara, anche, perché posso ricordare quel sant'uomo di padre D'Oca, la zia Antonietta Rosano, Pietra Ingargiola e Enzo Manciaracina (i miei suoceri)
Ecco Valerio, arrivato con un pò di ritardo... l'espressione di Angela sembra dire:
c'è voluto tempo ma l'abbiamo fatto bene!
Dopo tre anni, arrivano le nostre meravigliose gemelle
... ma lui non era molto d'accordo!
Angela e Viviana
... con Manuela
L'espresione dice tutto. Non si dorme più!
1985 - Chiesa di Santa Gemma Galgani (in allestimento)
Pino Delogu, Lidia Valenti, Peppa Sardo, Giovanni Castiglione
Nella nostra veranda per festeggiare
Allietati dalla musica di Valerio
Una bella ammucchiata...
I miei bimbi, ieri
Viviana - Valerio - Manuela
Carnevale al Long Rifle Club
A diciotto anni
I miei bimbi ieri l'altro
Manuela e Viviana
Valerio
Un Giorno da ricordare
2004 - Politecnico di Milano - Giorno della Laurea di Valerio

Bar della Facoltà
Gianvito Iemmola (indica un nuovo ingegnere informatico), Paolo Tedesco
14/04/2025 - Isole Maldive
Un Giorno da dimenticare
2006 - Una banale scivolata in casa ha procurato una frattura scomposta al polso destro e una all'omero sinistro
... il conforto degli amici non è mai venuto meno
La mia dolce metà, nella piena maturità
I miei Fratelli
8/3/1975 - Matrimonio di Anna Maria - Chiesa di San Pietro
Scomparso papà è spettato a me il compito di portare all'altare la mia sorella maggiore
Anna Maria
Maria Carmela (Marilina)
Nicola
7 febbraio 2015
La mamma compie Novant'anni
2017
Questo scritto che segue l'ho pubblicato, il 17/7/2025 ,come post, sul gruppo di sostegno a Mf che hoi creato su facebook e voglio inserirlo qui come ricordo perenne
A mio padre
Affrontare questo scottante argomento è come camminare su una strada disastrata a piedi nudi. In qualsiasi momento puoi farti male. Ho riflettuto e poi mi sono detto che in questa variegata Galleria Virtuale che inconsapevolmente ho realizzato sento il dovere morale di citare la figura del mio papà, Girolamo (Mommino), non perché si tratta del mio genitore, ma perché meritevole di entrarci a pieno titolo.
Uomo retto, timorato, capace, coscienzioso, generoso ha dato un contributo non indifferente a questa eccentrica società. Nato nel 1921 a Trapani all’età di 18 anni fu chiamato per svolgere il servizio militare e partì per la dannata seconda guerra mondiale. Fu uno dei pochi superstiti della sciagurata Campagna di Russia. Prima di partire per il fronte s’era iscritto all’Università alla facoltà di Giurisprudenza di Palermo e tra mille traversie, date le precarie condizioni di quei periodo, riuscì a laurearsi. Si sposò con la mia mamma Vita Virzi (1925) e dopo poco tempo nacqui io.
Partecipò ad un concorso indetto dal Comune di Mazara del Vallo lo vinse e si trasferì in questa città con la famiglia nel 1950 (io avevo quattro anni). Essendo uno dei pochi laureati tra gl’impiegati municipali rivestì da subito ruoli dirigenziali e si distinse in tutti gl’incarichi che gli furono affidati (Economo, direttore del Dazio, dirigente dell'Ufficio Tributi, etc.). Quando fu sindaco della città il dott. Vincenzo Ingraldo, lo volle capo della sua segreteria ed essendo questi molto occupato, data la natura della sua professione (era pure direttore dell'ospedale), praticamente il consueto ruolo di supporto di mio padre andò oltre i semplici limiti istituzionali!
Durante il terremoto del 1968 fu incaricato di dirigere il deposito centrale delle vettovaglie e quello delle derrate alimentari, e la sua correttezza, nella gestione di quel delicato incarico, rimase proverbiale per parecchi anni. C’era un amico di Costiera,che lavorava in quel deposito, recentemente scomparso, che ogni volta che m’incontrava mi doveva raccontare quanto bene fece durante la sua reggenza, anche, per tanti cittadini mazaresi bisognosi (che lui considerava alla stessa stregua dei terremotati). In quegli anni il personale ATA e il personale di segreteria nelle scuole statali secondarie di primo e secondo grado, era di pertinenza del Comune. Un bel giorno un preside della scuola di Avviamento Professionale, disperato per il caos amministrativo che regnava in quell’istituto si recò dal sindaco e chiese aiuto per risolvere quell’annosa questione. Allora il primo cittadino chiamò mio padre e gli chiese il favore di recarsi, per un periodo di tre mesi, a dirigere la segreteria di quella scuola e mio padre disciplinatamente accettò. Svolse così bene il proprio ruolo che alla scadenza il preside (e tutti quelli che gli succedettero) non volle mollarlo e finì per restare in quel posto per 14 lunghi anni; poi dovendo optare, per una sopraggiunta legge, o per l’incarico statale o per quello comunale, decise di rientrare al proprio posto. Avrei centinaia di episodi da raccontare sull’opera svolta in quella realtà, dove faceva di tutto: il segretario, il vice preside, il sostituto degli insegnanti assenti, le veci di genitore per gli alunni in difficoltà familiari, ma sarebbe troppo lungo e forse per voi noioso, posso solo dirvi che fu rimpianto parecchio e lasciò una traccia indelebile del suo passaggio.
Occupò diversi ruoli in questa lacunosa società, fu per anni un pilastro portante della dirigenza del Mazara calcio, sotto la presidenza del suo amico Baldassare Di Giorgi, svolgendo la doppia mansione di segretario e cassiere e furono gli anni migliori di quella società che gli sportivi veri ancor oggi nostalgicamente rimpiangono. Per i calciatori, assieme ad un altro amico, Salvatore Cristaldi, furono come dei genitori, ancor oggi li accomunano tutti ricordandoli con nostalgia e affetto. Il compianto custode del campo sportivo Antonio Mangiapane (assunto grazie ad un escamotage da lui creato) mi tesseva continuamente le sue lodi ed in particolare quando chiese il suo aiutò per realizzare la Società satellite del Mazara l'“Aurora” di cui fu co-realizzatore e primo presidente. Fu una società modello e pilota, un di esempio per le altremodeste realtà cittadine grazie all’opera di mastro Antonio Mangiapane come preparatore tecno-atletico e di mio padre che riuscì a farla galleggiare economicamente con i modesti contributi comunali. Cattolico fervente quando fu costruita la chiesa di San Pietro, il parroco don Stefano D’Oca lo volle con se per affidargli la gestione amministrativa che svolse con dignità. Fu il responsabile dei Revisori dei Conti, sotto la Presidenza di Mario Balsamo, della cantina sociale Colomba Bianca e l’amico Vito Di Liberti che collaborò con lui sia al comune che alla cantina, mi raccontava spesso come fosse, per loro , una guida cui ispirarsi sia nella professione che nella vita di ogni giorno. Fu il punto di riferimento all’epoca, per tutti gl’insegnati di tutte le scuole cittadine che avevano bisogno di fare ricorsi amministrativi, cosa molto comune allora ai vari provveditorati, perché era ritenuto il più competente sulla piazza (s’intende, gratuitamente). Diede anche lezioni private, come si usava allora, a studenti di scuole di vario ordine e grado o perché erano in difficoltà o perché essendo stati rimandati dovevano affrontare gli esami di riparazione a Settembre. (Anche lì, i bisognosi non pagavano).
Uomo retto, timorato, capace, coscienzioso, generoso ha dato un contributo non indifferente a questa eccentrica società. Nato nel 1921 a Trapani all’età di 18 anni fu chiamato per svolgere il servizio militare e partì per la dannata seconda guerra mondiale. Fu uno dei pochi superstiti della sciagurata Campagna di Russia. Prima di partire per il fronte s’era iscritto all’Università alla facoltà di Giurisprudenza di Palermo e tra mille traversie, date le precarie condizioni di quei periodo, riuscì a laurearsi. Si sposò con la mia mamma Vita Virzi (1925) e dopo poco tempo nacqui io.
Partecipò ad un concorso indetto dal Comune di Mazara del Vallo lo vinse e si trasferì in questa città con la famiglia nel 1950 (io avevo quattro anni). Essendo uno dei pochi laureati tra gl’impiegati municipali rivestì da subito ruoli dirigenziali e si distinse in tutti gl’incarichi che gli furono affidati (Economo, direttore del Dazio, dirigente dell'Ufficio Tributi, etc.). Quando fu sindaco della città il dott. Vincenzo Ingraldo, lo volle capo della sua segreteria ed essendo questi molto occupato, data la natura della sua professione (era pure direttore dell'ospedale), praticamente il consueto ruolo di supporto di mio padre andò oltre i semplici limiti istituzionali!
Durante il terremoto del 1968 fu incaricato di dirigere il deposito centrale delle vettovaglie e quello delle derrate alimentari, e la sua correttezza, nella gestione di quel delicato incarico, rimase proverbiale per parecchi anni. C’era un amico di Costiera,che lavorava in quel deposito, recentemente scomparso, che ogni volta che m’incontrava mi doveva raccontare quanto bene fece durante la sua reggenza, anche, per tanti cittadini mazaresi bisognosi (che lui considerava alla stessa stregua dei terremotati). In quegli anni il personale ATA e il personale di segreteria nelle scuole statali secondarie di primo e secondo grado, era di pertinenza del Comune. Un bel giorno un preside della scuola di Avviamento Professionale, disperato per il caos amministrativo che regnava in quell’istituto si recò dal sindaco e chiese aiuto per risolvere quell’annosa questione. Allora il primo cittadino chiamò mio padre e gli chiese il favore di recarsi, per un periodo di tre mesi, a dirigere la segreteria di quella scuola e mio padre disciplinatamente accettò. Svolse così bene il proprio ruolo che alla scadenza il preside (e tutti quelli che gli succedettero) non volle mollarlo e finì per restare in quel posto per 14 lunghi anni; poi dovendo optare, per una sopraggiunta legge, o per l’incarico statale o per quello comunale, decise di rientrare al proprio posto. Avrei centinaia di episodi da raccontare sull’opera svolta in quella realtà, dove faceva di tutto: il segretario, il vice preside, il sostituto degli insegnanti assenti, le veci di genitore per gli alunni in difficoltà familiari, ma sarebbe troppo lungo e forse per voi noioso, posso solo dirvi che fu rimpianto parecchio e lasciò una traccia indelebile del suo passaggio.
Occupò diversi ruoli in questa lacunosa società, fu per anni un pilastro portante della dirigenza del Mazara calcio, sotto la presidenza del suo amico Baldassare Di Giorgi, svolgendo la doppia mansione di segretario e cassiere e furono gli anni migliori di quella società che gli sportivi veri ancor oggi nostalgicamente rimpiangono. Per i calciatori, assieme ad un altro amico, Salvatore Cristaldi, furono come dei genitori, ancor oggi li accomunano tutti ricordandoli con nostalgia e affetto. Il compianto custode del campo sportivo Antonio Mangiapane (assunto grazie ad un escamotage da lui creato) mi tesseva continuamente le sue lodi ed in particolare quando chiese il suo aiutò per realizzare la Società satellite del Mazara l'“Aurora” di cui fu co-realizzatore e primo presidente. Fu una società modello e pilota, un di esempio per le altremodeste realtà cittadine grazie all’opera di mastro Antonio Mangiapane come preparatore tecno-atletico e di mio padre che riuscì a farla galleggiare economicamente con i modesti contributi comunali. Cattolico fervente quando fu costruita la chiesa di San Pietro, il parroco don Stefano D’Oca lo volle con se per affidargli la gestione amministrativa che svolse con dignità. Fu il responsabile dei Revisori dei Conti, sotto la Presidenza di Mario Balsamo, della cantina sociale Colomba Bianca e l’amico Vito Di Liberti che collaborò con lui sia al comune che alla cantina, mi raccontava spesso come fosse, per loro , una guida cui ispirarsi sia nella professione che nella vita di ogni giorno. Fu il punto di riferimento all’epoca, per tutti gl’insegnati di tutte le scuole cittadine che avevano bisogno di fare ricorsi amministrativi, cosa molto comune allora ai vari provveditorati, perché era ritenuto il più competente sulla piazza (s’intende, gratuitamente). Diede anche lezioni private, come si usava allora, a studenti di scuole di vario ordine e grado o perché erano in difficoltà o perché essendo stati rimandati dovevano affrontare gli esami di riparazione a Settembre. (Anche lì, i bisognosi non pagavano).
Durante tutta la mia vita, ho trovato solo persone che, scoprendo che ero suo figlio, mi raccontavano della sua generosità e del bene che avevano ricevuto dal mio caro genitore. Ad oggi non ho mai trovato una persona che dicesse qualcosa di biasimevole nei suoi confronti.
E’ stato molto sfortunato è morto improvvisamente all’età di Cinquant’anni, per un infarto acuto del Miocardio (come fatalmente avvenne, pure, a suo padre), lasciando increduli mia mamma, me e gli altri miei quattro fratelli e non ha potuto veder crescere i figli, che amava profondamente o conoscere i suoi futuri dodici nipoti. La sua scomparsa ha lasciato un vuoto non indifferente nella società mazarese e soprattutto nella famiglia e tra i suoi cari amici. L’unica magra consolazione che ci ha lasciato è una ricca eredità morale e un grande patrimonio di dignità che ci onora e che abbiamo “speso” nella nostra esistenza. Avrei in questa nostra chiacchierata potuto citare tanti altri episodi che gli hanno accreditato un grande rispetto a tutti i livelli, ma non è il caso di dilungarsi oltre modo, e spero che, con queste mie considerazioni, vi siate fatta, per chi non lo conosceva, un’idea che era un uomo da amare e da imitare.
E’ stato molto sfortunato è morto improvvisamente all’età di Cinquant’anni, per un infarto acuto del Miocardio (come fatalmente avvenne, pure, a suo padre), lasciando increduli mia mamma, me e gli altri miei quattro fratelli e non ha potuto veder crescere i figli, che amava profondamente o conoscere i suoi futuri dodici nipoti. La sua scomparsa ha lasciato un vuoto non indifferente nella società mazarese e soprattutto nella famiglia e tra i suoi cari amici. L’unica magra consolazione che ci ha lasciato è una ricca eredità morale e un grande patrimonio di dignità che ci onora e che abbiamo “speso” nella nostra esistenza. Avrei in questa nostra chiacchierata potuto citare tanti altri episodi che gli hanno accreditato un grande rispetto a tutti i livelli, ma non è il caso di dilungarsi oltre modo, e spero che, con queste mie considerazioni, vi siate fatta, per chi non lo conosceva, un’idea che era un uomo da amare e da imitare.
In gita con amici
... a Parigi 30 anni dopo... Vesailles
Montmartre
... in un locale tipico di Saint Michel
Praga
2006 - Via Kafka
Sul Ponte Carlo
Antonella Billardello, Graziella Lisma, Peppe Pantaleo, Pino Gancitano
... in un locale tipico
Professione
Premiazione
L'assessore Vito Gancitano e l'assessore allo sport Pietro Vellutato mi consegnano una targa ricordo del Comune per il riconoscimento dei miei meriti professionali. Ho espletato il compito di medico sociale dell'U.S. Mazara per 15 anni con passione e dedizione (gratuitamente)
Tra i tanti incarichi che ho avuto l'onore di ricoprire, contro i miei meriti, c'è stato pure quello di presidente dell'Accademia Medico Chirurgica Mazarese (Istituzione non più esistente, perché, in questa città, le cose serie, non speculative, non durano a lungo)
1993 - Qui ci troviamo nella Sala Riunioni di un noto ristorante cittadino, Il Pescatore. Ho voluto fortemente ed ottenuto l'Istituzione di una Targa ricordo e una relativa medaglia d'oro per i colleghi che, dopo anni di onorato lavoro, si collocavano in pensione. In questa istantanea mi accingo a motivare e poi consegnare il meritato riconoscimento al collega Peppino Buscemi, che per raggiunti limiti d'età aveva lasciato l'attività. La natura del post non si presta a grandi dissertazioni, però posso asserire, senza tema di smentita, che Pino Buscemi, ha onorato sino in fondo la sua missione di medico, di genitore ed è stato un qualificato e stimato professionista. Anche nei rapporti extra professionali i suoi tratti distintivi sono stati la signorilità e la sua grande correttezza. Una persona che tutti rimpiangiamo.
Consegna della targa ricordo
Cena Sociale - Ristorante Papaya (corso Umberto I)
... e come tutti i Salmi finiscono in Gloria...
Il presidente dell'Ordine dei medici di Trapani dr Michele Mangiapane, il dr Vittoriano Di Simone, don Salvatore Cipri, assistente spirituale dell'Accademia, dr Pino Catalano, la prof.ssa Angela Manciaracina, la moglie del presidente dell'Ordine.
1991 - Una delle Cene Sociali organizzate dall'Accademia
1992 - Incontro - Dibattito - Tema: Stato delle strutture e servizi sanitari a Mazara
Invitato nella duplice veste di Medico di Medicina Generale e di presidente dell'Accademia
Volontariato
Tra i molteplici incarichi ho ricoperto pure quello di Presidente dell'associazione "Amici del Museo Diocesano" di Mazara del Vallo per nomina di sua eccellenza mons. Emanuele Catarinicchia.
Gli intervenuti alla conferenza sul Tesoro della Madonna di Trapani
Nella saletta delle conferenze del Seminario vescovile, tra le tante manifestazioni a cura dell'Associazione, se n'è tenuta una, nella quale la relatrice è stata la prof.ssa Maricetta Di Natale dell'Università di Palermo. In quell'occasione, su mandato del direttivo, ho conferito la qualifica di Socio Onorario alla prof.ssa, curatrice dell'allestimento e della scelta delle opere d'arte esposte al Museo e autrice del Tesoro dei Vescovi, prezioso catalogo delle opere esposte. Ma queste due foto mi sono particolarmente care per un altro importante motivo. E' presente il mio amico e socio fondatore dell'associazione, arch. Vito Maria Ballatore, che come tradisce il suo aspetto è al termine del suo percorso terreno. Ha voluto esserci a tutti costi, anche se le sue condizioni fisiche erano molto precarie. Queste due immagini, sono come un film ideale del suo addio. Se osservate bene i volti delle persone presenti, tradiscono l'atmosfera triste di quei momenti che ci hanno provato tutti, ed anche i sorrisi di circostanza erano, amari.
L'amministrazione pro tempore non fu "generosa" con le iniziative dell'Associazione
Il sindaco Giovanni D'Alfio, presente alla cerimonia, cercò di mutare la tesa l'atmosfera (dovuta alla mancanza di concessione di fondi all'Associazione culturale che reggeva il Museo), con qualche battuta, ma non riuscì nell'intento
Intervento del dott. Antonino Adamo (primario di pediatria), nella qualità di presidente dei Medici cattolici locali
Qui leggo le motivazioni del riconoscimento e consegno la pergamena di attestazione alla prof.ssa Maricetta Di Natale, dell'Università degli studi di Palermo, nominata socia onoraria
ciao, io sonno stata in Mazara di vacanze, inolvidable , sonno di Venezuela
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