giovedì 26 agosto 2010

Municipio

Una delle più assurde perdite che ha lasciato una ferita insanabile nell'immaginario collettivo è stata l'insensata demolizione del vecchio Palazzo Comunale, sostituito da un opprimente edificio che ha turbato l'armonioso equilibrio della settecentesca piazza, determinando una stridente distonia architettonica. Non c'è turista che attraversi la piazza che non rimanga disorientato dal contrasto stridente che esiste nel guardare il lato sud e il lato nord della stessa. Spessissimo mi sono trovato ad essere interrogato dal viandante di turno sull'argomento, si rimane impreparati a rispondere, perchè qualunque giustificazione si propina non riesce a dar ragione del tal inconcepibile misfatto.

L'immagine è una cartolina della mia personale collezione e mostra l'aspetto ottocentesco del Palazzo Pretorio, antica sede della Civica Amministrazione. Fu realizzato, secondo le cronache locali, dal 1742 al 1758 mentre era vescovo mons. Stella. Nelle "Erudizioni encomiastiche", pubblicate nel 1767 dal sindaco don Girolamo Maria d'Andrea, vi è scritto "Segue appresso col frammezzo delle strade per l'altro lato la casa senatoria di fresco eretta da monsignor don Giuseppe Stella, sebbene colle spese del pubblico (ms del sec.XVIII nella Biblioteca comunale di Palermo. Q9.H.123, n°12)" . Negli anni venti del XX secolo, in seguito ai danni che il tempo inesorabilmente aveva procurato all'edificio, (come riferiscono le cronache dell'epoca "...le fabbriche, minacciando rovina, fu d'uopo trasferire gli uffici in un altro sito, precisamente in una parte del seminario Vescovile, dove stettero sino al 1928") venne consolidato e restaurato e vi fu elevato il secondo piano realizzando, anche, una torretta per il pubblico orologio, acquistando il nuovo l'aspetto che tutti noi, che abbiamo una certa età, abbiamo conosciuto. (Foto sotto) 



Interno
Sala della Biblioteca comunale, che fungeva anche da sala di rappresentanza e come sede per le sedute del consiglio comunale. In questa occasione: S'incontrarono Rapprentanti dela Curia, Amministratori comunali ed  autorità cittadine (per i dettagli clicca qui)

particolare
L'edificio rinnovato certamente non era sontuoso, però era una costruzione dignitosa, in stile tipico dell'epoca e sicuramente in armonia (almeno architettonica) con gli altri edifici della Platea Magna. Un consesso civico scellerato ne decretò la demolizione, senza che la sovrintendenza muovesse un dito, per realizzare la mostuosità che quotidianamente cade impietosa sotto i nostri occhi. Ogni amministrazione che subentra si pone il quesito di come affrontare il miglioramento o la sostituzione di questa struttura, ma nessuno prende mai decisioni. Basterebbe decidere d'indire un bando internazionale per una soluzione architettonica alternativa in armonia con la piazza e poi decidere su quella più confacente. E' tanto difficile? Cosa lo impedisce?

In queste condizioni ricordiamo il palazzo ottocentesco amato dai cittadini
quando amministratori senza scrupoli decisero di demolirlo
Questa immagine resterà come un monumento all'imbecillità degli amministratori della cosa pubblica di questa povera città

L'impresa di costruzioni che vinse l'appalto fu quella Domenico Bianco. Il progettista, nonchè direttore dei lavori fu l'ing. Giuseppe Milone

Le foto si riferiscono al primo lotto dei lavori














Dopo la demolizione venne costruito il  nuovo palazzo di città che per la sua morfologia e per la distonia architettonica arrecata alla piazza, venne denominato il "Palazzaccio. 


I mazaresi non lo hanno mai accettato e nel 2016 venne ristrutturato e ne venne modificata la facciata. Molti a quei tempi si sbizzarrirono suggerendo come modificarne almeno la facciata: ecco alcune soluzioni proposte

Proposta dal grande maestro mazarese Pietro Consagra che rimase profondamente deluso perchè i suoi concittadini non accettarono la sua artistica soluzione





Altra proposta


... un'altra 


Altra sede comunale - 
Palazzo dei Carmelitani Scalzi

Il comune ha la sua distribuzione dei locali in varie sedi
... la comunità di religiosi s'insediò nella nostra città nel 1667


La fondazione del primo convento teresiano di Frati in Sicilia (Santa Maria dei Rimedi - 1610) è legata alla volontà del Viceré spagnolo Don Giovanni Fernandez Paceco, e al Venerabile Padre Domenico di Gesù Maria, carmelitano scalzo di primo piano nella storia dellaRriforma Teresiana. Il primo monastero di Monache Carmelitane Scalze (dell'Assunta) fu fondato sempre a Palermo (via Maqueda) nel 1627. Presto i religiosi seppero farsi ben volere e stimare e furono aiutati, oltre che dal Cardinale e dal Vicerè, anche da molti benefattori. Questo probabilmente avvenne perché proprio in questo periodo Santa Teresa d'Avila veniva beatificata e canonizzata (1622).


Nel 1629 il Definitorio Generale stabilì che la Sicilia e Malta fossero governati da un Vicario provinciale. Tre anni più tardi la Sicilia, nel Capitolo Generale del 1632, fu eretta Provincia col titolo di "S. Alberto". La Provincia arrivò ad avere 11 o 12 conventi, tutti fondati entro il secolo XVII, fra i quali il nostro. Tutto fu bruscamente interrotto dalla soppressione del Governo italiano del 1866.

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