martedì 3 febbraio 2009

Onorificenza a mons. Vito Rallo

Discorso di S.E Sig. Gilles THIBAULT, Ambasciatore di Francia, in occasione della consegna dell’onorificenza dell'Ordine Nazionale del Merito a Sua Eccellenza Monsignor Vito RALLO, Arcivescovo titolare di Alba, Nunzio Apostolico in Burkina Faso e in Niger
Martedì 17 dicembre 2013

- Signor Presidente emerito dell'Assemblea Nazionale,
- Signori Presidenti di Istituzioni,
- Eccellenza Sig. Ministro della Funzione pubblica, del Lavoro e della Sicurezza sociale,
- Signori Consiglieri della Presidenza del Faso,
- Cari Colleghi Capi di Missioni Diplomatiche e Consolari,
- Signore e Signori Rappresentanti delle Organizzazioni Internazionali ed Interafricane
- Eccellenze gli Arcivescovi,
- Onorabili Membri dell'Assemblea Nazionale
- Distinte Autorità amministrative, politiche, religiose,
- Signore e Signori,

Monsignore,
Sono particolarmente felice e molto onorato di accogliervi questa sera presso la Residenza della Francia con i vostri amici del mondo politico, diplomatico e religioso, in presenza dei vostri collaboratori della Nunziatura. Ricevendovi qui, vorrei, innanzitutto, esprimervi a titolo ufficiale, ma anche molto personale, la riconoscenza e il rispetto della Francia per ciò che siete, ciò che fate e ciò che rappresentate. Da anni, in effetti, la vostra azione in seno alla Chiesa universale è stata messa al servizio della difesa della dignità di ogni essere umano e della solidarietà che ne è il prolungamento naturale. Siete anche una persona molto impegnata nella difesa e nella promozione dei diritti e delle libertà umane. Sono dei valori, che noi tutti qui, i vostri amici, condividiamo e, in primo luogo, la Francia che ha scelto di ricompensare i vostri meriti nominandovi Ufficiale dell'Ordine Nazionale del Merito. Ma prima di consegnarvene le insegne, vorrei, come vuole l'uso, rievocare alcuni dei tratti salienti del vostro percorso, del vostro impegno e della vostra personalità.
Monsignore,
Siete nato, il 30 maggio 1953, a Mazara del Vallo, in Italia, più precisamente in Sicilia.
È là del resto che siete cresciuto. Da lì poi siete partito per Roma presso il Pontificio Seminario Romano e, successivamente, presso il Pontificio Seminario Lombardo in Roma. Dal 1973 al 1978, avete studiato come deve qualcuno che si indirizza al sacerdozio, la filosofia e la Teologia, e concluso questo brillante percorso universitario con l'ottenimento, nel 1987, di un Dottorato in Diritto Canonico e Civile presso la Pontificia Università Lateranense. Intanto non avete dimenticato la vostra cara Sicilia, poiché è a Mazara del Vallo, a casa dunque, che siete stato ordinato sacerdote il 1° aprile 1979. Avete occupato simultaneamente e/o successivamente, secondo il caso, differenti uffici, tra i quali, noto particolarmente quello di Canonico della Basilica Cattedrale, di apprendista e di capo cuoco vicino alla vostra mamma, e anche di Presidente del Comitato cittadino delle celebrazioni in onore del Santo Patrono della città, San Vito, il vostro patrono, ma un poco anche il mio, poiché Vito è il mio terzo nome. Sono certo che vi siete preoccupato di trattarlo bene come quanto i vostri visitatori della Nunziatura. Ma prima di parlare di Ouagadougou, occorre forse che vi faccia lasciare la Sicilia. Pertanto, permettetemi di dire due parole su Mazara del Vallo, città costiera situata a meno di 200 km dalla Tunisia, che le sta di fronte, città aperta sul mondo che ha conosciuto durante i secoli le influenze più varie: particolarmente dei Fenici, dei Greci, dei Cartaginesi, dei Romani, dei Bizantini, degli Arabi, dei Normanni, degli Svevi, degli Angioini, degli Aragonesi e dei Borboni. Si può immaginare senza sforzo che avete attinto dalle sue radici questo gusto per il viaggio e l'apertura verso gli altri, che avete concretizzato diventando il messaggero della Buona Parola e, soprattutto, abbracciando la carriera diplomatica. Infatti, fate il vostro ingresso nel Corpo Diplomatico della Santa Sede il 20 febbraio 1988. Da allora, avete effettuato nel suo seno, mi permetterete di dirlo così, un sacro percorso o, per dirlo ancora diversamente, un bel giro del mondo.
Siete stato successivamente:
- dal 1988 al 1990, Addetto, poi Segretario di Nunziatura in Corea del Sud;
- dal 1990 al 1992, Segretario presso la Nunziatura in Senegal che copriva anche Mali, Capo Verde, Guinea-Bissau e Mauritania;
- dal 1992 al 1995, Segretario in Messico.
Con il passare degli anni, diventate Consigliere di Nunziatura, funzioni che occupate:
- dal 1995 al 1999, in Canada;
- poi dal 1999 al 2000 in Libano;
- e dal 2000 al 2004 in Spagna.
Al termine del vostro soggiorno madrileno, siete chiamato all’ufficio di Inviato Speciale, Osservatore Permanente della Santa Sede, presso il Consiglio d'Europa a Strasburgo. Rimante lì tre anni fino al momento della vostra nomina a Ouagadougou il 12 giugno 2007, come Nunzio Apostolico in Burkina Faso e in Niger. Il 28 ottobre 2007, siete infine consacrato Arcivescovo titolare di Alba di Numidia. Ecco dunque un riassunto troppo breve del vostro percorso che vorrei completare dicendo alcune parole circa i vostri impegni. Come lo sappiamo tutti, siete un uomo di fede, ciò va da sé, ma anche di convinzione, un uomo di cultura e di pensiero e, nello stesso tempo, un uomo di azione. L'uomo di convinzione, è colui che opera nel quotidiano qui e in Niger, vi cito: "Per un'evangelizzazione ancora più radicata e per evangelizzare coloro i quali non conoscono ancora il Cristo, in uno spirito di dialogo, di rispetto reciproco e di amore per tutti, senza distinzione di popolo, razza, tribù o religione". Questo uomo è anche colui che a Strasburgo, presso il Consiglio d'Europa, ha fatto sentire la voce della Chiesa nella lotta per la difesa e la promozione dei diritti e delle libertà umane. Come l'aveva ricordato Giovanni Paolo II, l’8 ottobre 1988, a Strasburgo, cito: "La chiesa difende con vigore i diritti dell'uomo perché li considera come necessari al riconoscimento che deve essere dato alla dignità della persona umana… ". Là come qui, non avete cessato di dire quanto il mondo ha bisogno di pace, e di ricordare che la pace è il frutto della giustizia, del rispetto, del dialogo, della fraternità. Shakespeare diceva che "è il latte della tenerezza umana", e Napoleone parlando della pace civile “che essa è il più grande di tutti i beni". È il momento di rievocare l'uomo di cultura e di pensiero, colui che conosciamo tutti, che c'illumina con i suoi consigli avveduti, ci ascolta e ci rassicura, ci sostiene e ci riconforta con la sua parola e la sua presenza. Dietro questo uomo, c'è certamente il pastore, ciò va da sé per i vostri fratelli e sorelle nella fede, mentre noi, i membri della comunità diplomatica, vediamo il decano che riempie il suo ruolo con cuore e intelligenza. In quanto all'uomo di azione, è probabilmente prima di tutto il costruttore che conviene menzionare. Avete portato avanti il progetto ambizioso di dotare il Burkina Faso di una Nunziatura che faccia onore al Paese, ai vostri successori e al Santo Padre. È inutile dire che è una sfida che avete portato avanti con brio, avendo in mente di fare ciò al giusto prezzo, per non dire ad un prezzo inferiore, una Nunziatura funzionale e bella. Alcuni mi hanno detto che questo colpo da maestro non era un tentativo (n.d.r. da novizio). L'uomo di azione è anche qualcuno che rende la presenza della Chiesa effettiva in tutti i campi. In cinque anni e mezzo di presenza in Burkina Faso, la Provvidenza vi ha permesso dunque di contribuire efficacemente al sollievo della sofferenza di numerosi bisognosi. Per non dire cose in più, permettetemi, Monsignore, di riprendere le vostre parole: "Molti aiuti provengono da parrocchie o da diocesi francesi, italiane, spagnole, americane, coreane, tedesche… Esse sono utilizzate nel campo della salute, dell'educazione, dell'acqua e per la costruzioni di chiese. Bisogna far sapere che gli aiuti che arrivano direttamente o indirettamente dalla Santa Sede non servono solamente ai cattolici, ma sono a favore di tutti i Burkinabè senza distinzione di religione, perché tutti gli uomini sono figli del medesimo Dio". Infine, per concludere, Monsignore, vorrei citare delle frasi recenti che si crederebbero quasi vostre, e sono di qualcuno che senza dubbio conoscete, che non è burkinabè, ma della Guinea, il Cardinale Robert Sarah, che dice: "Non solo l'uomo è fatto per sé stesso su questa terra, ma c'è anche un avvenire che è fatto affinché l'uomo rida con Dio".
Ho detto quasi vostre parlando di queste frasi, perché in realtà, in vostra compagnia, è già al presente che l'uomo ride. Il vostro senso dell'umorismo e il vostro buon umore comunicativo sono indubbiamente i segni dell'affetto che vi si porta in un luogo molto in alto, e io non parlo né di Kosyam, della Casa Bianca, dell'Eliseo o del Vaticano, no, voglio dire ancora in un luogo ancora più in alto, ma mi avete compreso e anche tutti voi.
Monsignore,
Il carattere notevole del vostro percorso, il vostro impegno in favore dei diritti fondamentali, del diritto alla libertà religiosa e dei diritti umani; come anche in favore della giustizia e specialmente della pace vi sono valsi per vedervi attribuire dalla Francia le insegne di Ufficiale dell'Ordine Nazionale del Merito. Considero un onore essere colui che adesso ve le consegna.
Monsignor Vito Rallo, a nome del Presidente della Repubblica vi nominiamo Ufficiale dell'Ordine Nazionale del Merito.

* * * * *

Discours de S.E. M. Gilles THIBAULT, Ambassadeur de France A l’occasion de la remise des insignes de l’Ordre national du Mérite à Son Excellence Monseigneur Vito RALLO,Archevêque titulaire d’Alba Nonce Apostolique au Burkina Faso et au Niger

Mardi 17 décembre 2013
- M. l'ancien Président de l'Assemblée nationale,
- Messieurs les Présidents d'Institutions,
- Excellence Monsieur le Ministre de la Fonction publique, du Travail et de la Sécurité sociale,
- Messieurs les Conseilleurs de la Présidence du Faso,
- Chers Collègues Chefs des Missions Diplomatiques et Consulaires,
- Mesdames et Messieurs les Représentants des Organisations Internationales et Interafricaines
- Excellences Messeigneurs les Archevêques,
- Honorables Membres de l'Assemblée nationale
- Distingues Autorités administratives, politiques, religieuses
- Mesdames et Messieurs,

Monseigneur,
Je suis particulièrement heureux et très honoré de vous accueillir ce soir à la Résidence de France avec vos amis des mondes politique, diplomatique et religieux en présence de vos collaborateurs de la nonciature. En vous recevant ici, je voudrais tout d’abord vous exprimer à titre officiel, mais aussi très personnel, la reconnaissance et le respect de la France pour ce que vous êtes, ce que vous faites et ce que vous représentez. Depuis des années, en effet, votre action au sein de l’église universelle a été mise au service de la défense de la dignité de tout être humain et de la solidarité qui en est le prolongement naturel. Vous êtes également un acteur très engagé dans la défense et la promotion des droits et des libertés humaines. Ce sont des valeurs, que nous tous ici, vos amis, partageons et en premier lieu la France qui a choisi de récompenser vos mérites en vous faisant Officier de l’Ordre national du Mérite. Mais avant de vous en remettre les insignes, je voudrais, comme le veut l’usage, évoquer quelques uns des traits saillants de votre parcours, de votre engagement et de votre personnalité.
Monseigneur,
Vous êtes né le 30 mai 1953 à Mazara del Vallo en Italie, plus précisément même en Sicile. C’est là d’ailleurs que vous avez grandi. Vous en êtes parti ensuite pour Rome au Grand Séminaire Pontifical puis au Séminaire Pontifical de la Lombardie à Rome. De 1973 à 1978, vous avez étudié comme il se doit pour quelqu’un se destinant à la prêtrise, la philosophie et la Théologie et conclu ce brillant parcours universitaire par l’obtention en 1987 d’un Doctorat en Droit Canon et Civil de l’Université Pontificale Saint-Jean de Latran. Entre temps, vous n’avez pas oublié votre chère Sicile, puisque que c’est à Mazara del Vallo, à la maison donc, que vous avez été ordonné prêtre le 1er avril 1979. Vous y avez occupé simultanément et/ou successivement selon le cas différents postes, parmi lesquels, j’ai relevé notamment ceux de Chanoine de la Basilique Cathédrale, d’apprenti et de chef cuisinier auprès de votre maman et également de Président du Comité urbain des célébrations en l’honneur du Saint Patron de la ville, Saint Vitus, votre propre Saint mais aussi un peu le mien puisque Guy est mon troisième prénom. Je suis bien certain que vous vous êtes attaché à le soigner aussi bien que vos visiteurs de la nonciature. Mais avant de parler de Ouagadougou, il faut peut-être que je vous fasse quitter la Sicile. Pour cela, permettez moi de dire deux mots de Mazara del Vallo, ville côtière située à moins de 200 km de la Tunisie qui lui fait face, ville ouverte sur le monde qui a connu au cours des siècles les influences les plus variées : notamment des Phéniciens, des Grecs, des Carthaginois, des Romains, des Byzantins, des Arabes, des Normands, des Souabes, des Angevins, des Aragons et des Bourbons.
On imagine sans peine que vous avez puisé dans ses racines ce goût pour le voyage et l’ouverture vers les autres que vous avez concrétisé en devenant le messager de la Bonne Parole et surtout en embrassant la carrière diplomatique. En effet, vous faites votre entrée dans le Corps Diplomatique du Saint-Siège le 20 février 1988. Depuis lors, vous avez effectué en son sein, vous me permettrez de le dire ainsi, un sacré parcours ou pour le dire encore autrement, un beau tour du monde.
Vous avez été successivement :
- de 1988 à 1990, Attaché puis Secrétaire de Nonciature en Corée du Sud ;
- de 1990 à 1992, Secrétaire au sein de la nonciature du Sénégal qui couvrait aussi le Mali, le Cap Vert, la Guinée-Bissau et la Mauritanie ;
- de 1992 à 1995, Secrétaire au Mexique.
Prenant de l’âge, vous devenez conseiller de nonciature, fonctions que vous occupez :
- de 1995 à 1999, au Canada ;
- puis de 1999 à 2000 au Liban ;
- et de 2000 à 2004 en Espagne.
A l’issue de votre séjour madrilène, vous êtes nommé Envoyé Spécial, Observateur Permanent du Saint-Siège auprès du Conseil de l’Europe à Strasbourg. Vous y restez trois ans jusqu’au moment de votre nomination à Ouagadougou le 12 juin 2007, comme Nonce Apostolique au Burkina Faso et au Niger. Enfin, le 28 octobre 2007, vous êtes consacré Archevêque titulaire d’Alba de Numidie.
Voila donc un résumé trop court de votre parcours que je voudrais compléter en disant quelques mots de vos engagements. Comme nous le savons tous, vous êtes un homme de foi, cela va de soi mais aussi de conviction, un homme de culture et de pensée en même temps qu’un homme d’action. L’homme de conviction, c’est celui qui œuvre au quotidien ici et au Niger, je vous cite «pour une évangélisation toujours plus enracinée et pour évangéliser ceux qui ne connaissent pas encore le Christ, dans un esprit de dialogue, de respect mutuel et d’amour pour tous, sans distinction de peuple, race, tribu ou religion». Cet homme c’est aussi celui qui à Strasbourg, auprès du Conseil de l’Europe, a fait entendre la voix de l’église dans la lutte pour la défense et la promotion des droits et des libertés humaines. Comme l’avait rappelé Jean Paul II, le 8 octobre 1988 à Strasbourg justement, je cite : «L’Eglise défend avec vigueur les droits de l’homme parce qu’elle les considère comme nécessaires à la reconnaissance qui doit être donnée à la dignité de la personne humaine…». Là bas comme ici, vous n’avez de cesse de dire combien le monde a besoin de paix, et de rappeler que la paix est le fruit de la justice, du respect, du dialogue, de la fraternité. Shakespeare, lui en disait, qu’elle «est le lait de la tendresse humaine», et Napoléon en parlant de la paix civile qu’elle est «le plus grand de tous les biens». C’est le moment d’évoquer l’homme de culture et de pensée, celui que nous connaissons tous et qui nous éclaire de ses conseils avisés, nous écoute et nous rassure, nous soutient et nous réconforte par sa parole et sa présence. Derrière cet homme, il y a bien sûr le pasteur, cela va de soi pour vos frères et sœurs en religion, tandis que pour nous les membres de la communauté diplomatique, nous voyons le doyen, qui remplit son rôle avec autant de cœur que d’intelligence. Quant à l’homme d’action, c’est sans doute d’abord le bâtisseur qu’il convient de mentionner. Vous avez porté le projet ambitieux de doter le Burkina Faso d’une nonciature qui fasse honneur au pays, à vos successeurs et au Saint-Père. Inutile de dire que c’est un défi que vous avez relevé avec brio en ayant en tête de faire au juste prix, pour en pas dire au moindre prix une nonciature fonctionnelle et belle. Je me suis laissé dire d’ailleurs que ce coup de maître n’était pas un coup d’essai. L’homme d’action, c’est aussi quelqu’un qui rend la présence de l’église effective dans tous les domaines. En cinq ans et demi de présence au Burkina Faso, la Providence vous a donc permis de contribuer efficacement au soulagement de la souffrance des nombreux nécessiteux.  Pour ne pas en dire plus, permettez-moi juste Monseigneur, de reprendre vos propos : «Beaucoup d’aides proviennent de paroisses ou de diocèses français, italiens, espagnols, américains, coréens allemands… Elles sont utilisées dans le domaine de la santé, de l’éducation, de l’eau et pour les constructions d’églises. Il faut faire savoir que les aides qui arrivent directement ou indirectement du Saint-Siège ne servent pas seulement aux catholiques, mais elles sont au bénéfice de tous les Burkinabè sans distinction de religion, parce que tous les hommes sont fils du même Dieu». Enfin, pour conclure, Monseigneur, je voudrais citer des propos récents qu’on croirait presque les vôtres de quelqu’un que vous connaissez sans doute, qui n’est pas burkinabè mais guinéen, le cardinal Robert Sarah qui dit : «non seulement l’homme est fait pour lui-même sur cette terre, mais il y a aussi un avenir qui est fait pour que l’homme rie avec Dieu». J’ai dit presque les vôtres en parlant de ces propos parce qu’en réalité, en votre compagnie, c’est déjà au présent que l’homme rit. Votre sens de l’humour et votre bonne humeur communicative sont sans nul doute les marques de l’affection que l’on vous porte en très haut lieu, et je ne parle ni de Kosyam, de la Maison Blanche, de l’Elysée ou bien du Vatican, non, je veux dire en encore plus haut lieu mais vous m’avez tous compris et vous aussi.
Monseigneur,
Le caractère remarquable de votre parcours, votre engagement en faveur des droits fondamentaux, du droit à la liberté religieuse et des droits humains ; ainsi qu’en faveur de la justice et spécialement la paix vous ont valu de vous voir attribuer par la France les insignes d’Officier de l’Ordre national du Mérite. Je considère comme un honneur d’être celui qui va maintenant vous les remettre.
Monseigneur Vito Rallo, au nom du Président de la République nous vous faisons officier de l’Ordre national du Mérite.

















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