L'ultimo maestro calafato - Antonino Quinci (1933 - 2011)
Il calafataggio è una tecnica di impermeabilizzazione dello scafo in legno eseguita dal mastro calafato. Questa crea una giunzione tra le tavole del fasciame in grado di reggere il mare e resistere nel tempo. In passato la tecnica consisteva essenzialmente nell'inserire tra il fasciame che costituisce lo scafo delle fibre, spesso canapa o stoppa, impregnate di pece. Attualmente viene utilizzata la cotonina o la canapa e resine sintetiche o catrame. L'azione avviene manualmente usando una mazzuola di legno, detto "maglio da calafato", e un particolare scalpello a punta piatta, detto "malabestia", che permette di spingere la fibra senza tagliarla, all'interno dei "comenti", ovvero le connessioni tra le tavole del fasciame.
"Sarcituri"
Molti marinai dopo una certa età, si dedicano alla manutenzione delle reti, diventano "magazzinieri", gestiscono i magazzini dove sono depositati le reti, i pezzi di ricambio del corredo per le barche. Riparare le reti è uno dei compiti principali svolto da queste figure professionali.
Molte donne madri, sorelle o figlie di marittimi si dedicavano alla sarcitura e alla confezione di un'intera rete da pesca. Dopo queste reti venivano portate dal sig Gallo nei pressi del ponte sul fiume Mazaro che provvedeva alla loro coloritura, immergenedole in vasche che contenevano cortecce d'albero che impregnava di colore marrone.
Molte donne madri, sorelle o figlie di marittimi si dedicavano alla sarcitura e alla confezione di un'intera rete da pesca. Dopo queste reti venivano portate dal sig Gallo nei pressi del ponte sul fiume Mazaro che provvedeva alla loro coloritura, immergenedole in vasche che contenevano cortecce d'albero che impregnava di colore marrone.
1966
1970
Giacalone Matteo
Francesco Colorito
1975 - Lungomare Giuseppe Mazzini
documentano come i nostri marinai riparavano le reti e dove preferivano farlo
Quando il danno era contenuto si procedeva direttamente a bordo per la riparazione
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