Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
1705 - Denuncia di Matrimonio
Il presidente Sergio Mattarella, ha lontane origini mazaresi, perché la trisnonna Maria Asaro, come tutti gli Asaro di Castellammare del Golfo, discende da un Andrea Asaro di Mazara, il cui figlio Vito sposò una castellammarese nel 1684.
A quanto pare, però, anche i Mattarella castellammaresi, al cui ramo appartiene la famiglia del presidente, ha origini agnatiche mazaresi.
Il padre del presidente, Bernardo Mattarella (1905-1971), aveva un nonno omonimo (1845-1904), che aveva un nonno omonimo (1781-?), che aveva uno zio omonimo (1739-?), che aveva un nonno omonimo (1678).
Il figlio Giacomo di quest'ultimo Bernardo tardo seicentesco é il primo Mattarella a spostarsi e sposarsi a Castellammare, ma il padre si sposò ad Alcamo nel 1705, e nelle pubblicazioni di matrimonio (allora si chiamavano denunciazioni), si legge chiaramente:
"Mastro Bernardo Mattarella della cittá di Mazara al presente habitatore di questa cittá di Alcamo"
È quindi abbastanza probabile che i Mattarella di Castellammare ed Alcamo siano un ramo di quelli di Mazara.
A quanto pare, però, anche i Mattarella castellammaresi, al cui ramo appartiene la famiglia del presidente, ha origini agnatiche mazaresi.
Il padre del presidente, Bernardo Mattarella (1905-1971), aveva un nonno omonimo (1845-1904), che aveva un nonno omonimo (1781-?), che aveva uno zio omonimo (1739-?), che aveva un nonno omonimo (1678).
Il figlio Giacomo di quest'ultimo Bernardo tardo seicentesco é il primo Mattarella a spostarsi e sposarsi a Castellammare, ma il padre si sposò ad Alcamo nel 1705, e nelle pubblicazioni di matrimonio (allora si chiamavano denunciazioni), si legge chiaramente:
"Mastro Bernardo Mattarella della cittá di Mazara al presente habitatore di questa cittá di Alcamo"
È quindi abbastanza probabile che i Mattarella di Castellammare ed Alcamo siano un ramo di quelli di Mazara.
Origini
1867 - Colera in città
1803 - Un documento attestante la presenza di navi corsare in Sicilia. Da Siculiana una notizia riguardante Mazzara
Chi sei, da dove vieni e dove vai? Era questo ciò che si sentiva chiedere
chi, viaggiando, arrivava ad un posto di confine. E che documenti doveva
presentare per poter oltrepassare quella linea?
Questo prezioso documento dell'epoca documenta cosa occorreva per spostarsi da un confine all'altro.
In antico era necessario per potersi spostare, legalmente, anche, all'interno del Regno d'Italia.
Gli abitanti delle zone ancora non legalmente annesse necessitavano di un apposito lasciapassare denominato "passaporto interno", in seguito "carta di passaggio", con validità limitata ad un anno.
Gli abitanti delle zone ancora non legalmente annesse necessitavano di un apposito lasciapassare denominato "passaporto interno", in seguito "carta di passaggio", con validità limitata ad un anno.
Il passaporto: concessione al suddito di abbandonare il territorio con
richiesta agli altri Stati di accordare libero passaggio al titolare del
documento o la concessione allo straniero di entrarvi e soggiornarvi. Il
passaporto, allora come oggi, significava accesso, sicurezza, libertà di
viaggio e tutela. Al contrario, la mancanza di un passaporto significava
essere un fuorilegge e implicava il divieto di oltrepassare i confini. Questi
primi passaporti, rilasciati solo per un periodo di tempo molto limitato e,
generalmente per un singolo viaggio erano più simili ai moderni visti
d'ingresso (cioè permessi di accedere in un territorio, per un certo periodo
di tempo e per determinati fini) che agli attuali passaporti, la cui funzione
primaria è di provare l'identità e la nazionalità del portatore.
I primi titoli di viaggio erano legati al trasporto delle merci, infatti il
documento più antico rinvenuto è una licenza di trasporto di vino,
frumento e capponi del 1469 concessa dal Duca Borso a Giacomo
Condolmieri di Colombaro per trasportare le merci a Ferrara


































