mercoledì 11 aprile 2018

Carlo Azelio Ciampi a Mazara del Vallo

Nato il 9/12/1920 - morto il 16/9/2016 è stato il decimo presidente della Repubblica dal 1999 al 2006.

Visita del presidente della repubblica in Sicilia
Incontro Istituzionale Con le Autorità 
Trapani, 12 febbraio 2003
Signor Presidente della Regione,
Signora Presidente della Provincia Regionale di Trapani,
Signor Sindaco di Trapani,
Onorevole Sottosegretario,
Onorevoli Parlamentari,
Eccellenza,

Autorità civili, militari e religiose,
Cari Sindaci della Provincia di Trapani,
mi tratterrò nella vostra provincia - e vi ringrazio per le cortesi parole con cui mi avete accolto - oggi e domani. Dopo Trapani, visiterò Mazara del Vallo e Marsala, centri importanti di una provincia che offre al visitatore volti molto diversi, e tutti interessanti; per non parlare delle vostre eccezionali risorse archeologiche, di Segesta e Selinunte, o di Mozia, che spero di poter visitare, o di Erice: attendiamo tutti i lavori di ripristino della funivia.
La mia permanenza nella Provincia di Trapani, come del resto tutta questa mia visita siciliana, è insolita per la sua durata: una scelta dettata, oltre che dal piacere di rivisitare luoghi già conosciuti ed amati, dal desiderio di approfondire la conoscenza della realtà siciliana, da un capo all'altro dell'isola. Come sapete, sono partito da soste a Stromboli e Catania; dopo Catania Palermo, quindi Agrigento, ed eccomi ora qui tra voi, in questo estremo lembo volto a Occidente della grande isola. La Sicilia è importante per l'Italia; l'Italia per la Sicilia.
Ho ascoltato con attenzione i discorsi con i quali mi avete accolto. Essi esprimono una forte tensione degli animi di coloro che hanno compiti di governo a diversi livelli, in una regione dove chi è responsabile della cosa pubblica, del benessere dei cittadini, del buon ordinamento della vita della comunità, si confronta costantemente con tante realtà, a cominciare dalle testimonianze di una storia tanto ricca da incutere quasi soggezione.
La grandezza della Sicilia, nelle successive incarnazioni della civiltà siciliana, dai Greci ai Romani, dagli Arabi ai Normanni, per giungere fino ai tempi nostri, con le memorie dei Mille, con il fiorire di una cultura che ha dato all'Italia alcuni dei massimi scrittori moderni, propone esempi quasi impossibili da eguagliare.
Non stupisce che qualcuno abbia qui parlato, con una immagine giustamente fantasiosa, del pericolo di "nascondere i propri limiti dietro il senso di immortalità dei siciliani". E' difficile essere non solo Siciliani, ma Italiani, o Europei, con tutto il peso di una così grande storia alle spalle, e non provare un certo senso di inadeguatezza davanti ai problemi del presente e alla statura dei nostri progenitori.
Ma non è particolarmente ricca soltanto la dialettica fra storia e realtà, fra passato e futuro, fra sogni, progetti e realizzazioni. La realtà siciliana ci offre luci e ombre: se, come qui è stato detto, il "triste fenomeno della mafia" non è stato ancora "definitivamente sconfitto", sono tuttavia stati inflitti, in tempi recenti, alla mafia, proprio in questo territorio, grazie all'abnegazione e all'impegno delle Forze dell'Ordine e della Magistratura, cui dobbiamo tutta la nostra solidarietà e gratitudine, colpi durissimi, che smentiscono l'immagine di invincibilità delle organizzazioni criminali.
Ne viene rafforzata anche la fiducia che le iniziative da voi intraprese, e di cui mi avete parlato, per il rinnovamento istituzionale, per lo sviluppo delle infrastrutture, per il potenziamento della formazione delle nuove generazioni a tutti i livelli dell'insegnamento, dai primi anni di scuola all'università, consentano alla Sicilia di uscire da una condizione di relativo ritardo a confronto di altre regioni del nostro Paese, oggi più avanzate sulla via del progresso economico.
In tutte le grandi nazioni europee, nessuna esclusa, vi sono, per una varietà di motivi, diversità anche rilevanti da regione a regione: diversità culturali, diversità nei livelli della produzione, nel grado di ammodernamento dei servizi sociali, o in quella che, con espressione avvincente e mal definibile, si suole chiamare la "qualità della vita". I mezzi di comunicazione di massa fanno sì che veniamo posti continuamente a confronto gli uni con gli altri. Questi confronti debbono stimolare i ritardatari a fare meglio, e dar loro fiducia nella possibilità di accelerare i ritmi del loro sviluppo.
Abbiamo, in tutta Europa, esempi significativi di regioni ancora di recente "sottosviluppate", che hanno saputo in tempi relativamente brevi raggiungere e superare, nella classifica del benessere economico, regioni di consolidato benessere e di più antica industrializzazione. E' stato sempre così; lo è ancor più oggi, per effetto della rapidità dei cambiamenti tecnologici o dell'evoluzione dei mercati, tanto più veloce nell'epoca della globalizzazione: un'epoca in cui non è illusione sentirsi "al centro del mondo", purché si tenga a mente che questo è un mondo di cui ogni luogo può scegliere fra essere e sentirsi"centro" o "periferia".
Gli strumenti del progresso dall'una all'altra condizione sono ovunque gli stessi, e voi ne avete correttamente indicato i più rilevanti: l'istruzione, la formazione, la ricerca, l'adeguamento delle istituzioni ai loro compiti complessi, gli investimenti nelle infrastrutture, il potenziamento delle vie di comunicazione terrestri, marittime o aeree; e la lotta dura contro la malavita organizzata, che rappresenta un ostacolo fra i più gravi allo sviluppo non soltanto civile ma economico del territorio.
Alle responsabilità della società civile, dei ceti produttivi e delle loro organizzazioni, si affiancano quelle delle istituzioni di governo, e della loro capacità di corrispondere alle attese della cittadinanza. E' stata qui sottolineata l'importanza della scelta fatta dal nostro Paese di realizzare l'ambizioso progetto di un nuovo "federalismo solidale". Sono state manifestate anche alcune comprensibili incertezze - la posta in giuoco è alta - sugli esiti delle riforme intraprese.
Sottolineo - e non ho in mente soltanto la Sicilia - che esse meritano di essere poste sempre più al centro dell'attenzione dell'opinione pubblica, e del dibattito politico: più di quanto già non lo siano. Sono in giuoco decisioni da cui dipende in misura rilevante il nostro futuro. E' difficile giudicare se altri temi di dibattito, oggetto di intense polemiche politiche, siano più importanti di questo.
Di un modello di organizzazione di tipo federale lo statuto siciliano - che oggi vi proponete di modificare, in modi ancora da definire, per meglio armonizzarlo col nuovo quadro istituzionale - offre un esempio significativo.
La storia dell'autonomia siciliana può esserci di ammaestramento, anche perché ci dice che il conferimento di più ampi poteri di governo a tutte le regioni, e non soltanto a quelle a statuto speciale, può sì dare buoni frutti, ma non è di per sé, in ogni momento e in ogni circostanza, una panacea.
Si pongono ugualmente, e in misura forse ancora maggiore che in passato, problemi di coordinamento e cooperazione fra il governo centrale e i poteri locali, come fra i vari livelli di governo locale: Regioni, Province, Comuni. Occorre sapersi adattare a quel principio di sussidiarietà che (anche nel sistema di rapporti fra gli Stati nazionali e l'Unione Europea) giustamente nega agli organi di livello più elevato di appropriarsi di compiti che meglio sarebbero svolti a un livello più basso, più vicino ai cittadini. I cittadini, prima fonte di ogni potere, sono i primi a giovarsi o dolersi delle scelte di governo, giuste o sbagliate, degli amministratori, e i migliori giudici del loro operato.
Il cittadino siciliano, o di qualsiasi altra regione, sa che il suo benessere dipende, oltre che da lui medesimo, dalle sue capacità e dalla sua operosità, dalle scelte compiute in una molteplicità di sedi del potere, che sono anche fonti potenziali di finanziamento per quegli investimenti "infrastrutturali" di più vaste dimensioni che non possono essere realizzati facendo ricorso soltanto alle risorse locali.
Comprensibilmente, per gli amministratori non è sempre facile orientarsi nella complessa articolazione, ancora in fase di evoluzione e di definizione, delle competenze e delle funzioni. La formazione e l'aggiornamento di nuove generazioni di funzionari e di amministratori diviene così una priorità affidata in primo luogo alla cura degli istituti di livello universitario; una priorità essenziale per il buon funzionamento delle istituzioni di governo della nostra democrazia.
Ho apprezzato la consapevolezza della complessità dei problemi che gli amministratori debbono affrontare per il benessere della Sicilia, che è emersa dagli interventi che ho ascoltato oggi a Trapani, come ieri ad Agrigento. Anche qui mi propongo di avere ulteriori, necessarie occasioni di approfondimento di questi temi. Voglio assicurarvi che la mia attenzione ai problemi della Sicilia, come di altre regioni egualmente coinvolte in un impegnativo inseguimento del plotone di testa nel grande certame del benessere, è e rimarrà altissima. La Sicilia è e rimarrà al centro dei miei pensieri.
L'esperienza compiuta in questi anni, quale essa emerge dal grandissimo numero di incontri che ho potuto avere, a Roma come in tutte le regioni d'Italia, ha rafforzato in me alcune convinzioni, che mi sembrano largamente condivise dalla cittadinanza, come dalle forze politiche, indipendentemente dal loro orientamento e collocazione.
E' evidente che l'interesse generale del Paese non consente che siano ignorate le maggiori esigenze delle regioni meno favorite; non consente che di ciò non si tenga conto nella allocazione del volume degli investimenti di tipo strutturale: nella scuola, nella formazione a livello superiore, nelle vie di comunicazione, nella cura della salute, nell'impegno posto dalle istituzioni preposte al mantenimento dell'ordine pubblico e del rispetto della legge. Non possiamo tollerare, non intendiamo tollerare, che vi sia un'Italia di serie A e una condannata alla serie B. Posso assicurarvi che di ciò sono convinti anche i cittadini delle regioni a più alto livello di reddito del nostro Paese.
A volte, lo stesso successo rischia di diventare soffocante: attenua gli stimoli istintivi all'innovazione, soffre della ristrettezza di spazi, della carenza di manodopera, dell'inadeguatezza di infrastrutture sempre in ritardo sulle esigenze di società in forte crescita.
Questo non vale soltanto per l'Italia, è ancor più vero per alcune delle nazioni europee di più antica industrializzazione. Una tale condizione rende consapevoli dei vantaggi offerti dalle regioni che offrono spazi più vasti, e una popolazione più giovane, a buon livello di istruzione, più inquieta e più desiderosa di dar prova della sua volontà di lavoro e delle sue capacità di iniziativa. Ho incontrato e continuo a incontrare questi giovani animati da questi sentimenti in tutte le regioni d'Italia, particolarmente là dove più forte è la consapevolezza che vi sono dei ritardi da colmare; e dove, soprattutto, è più elevato il tasso di disoccupazione, e più diffusa la piaga, che voi avete denunciato, del lavoro nero. E' duro, per i giovani, dover lasciare la terra natia per trovar lavoro.
Noi abbiamo oggi i mezzi, perché siamo uno dei Paesi del mondo a più alto reddito, per accelerare i processi di convergenza verso l'alto di tutte le regioni d'Italia. Che ciò richieda una ferma volontà di collaborazione fra lo stato centrale e le regioni, come fra regioni diverse del Nord, del Centro e del Sud, è fin troppo evidente.
Ma è importante che si stiano palesando segni significativi dell'affermarsi su più vasta scala di tali convincimenti, in un'Italia che appare oggi sempre più unita, forse più di quanto sia mai stata in passato: unita nel linguaggio, unita nei modelli culturali, unita nella definizione dei valori fondanti di una moderna democrazia, unita nel riconoscersi nei principali momenti di scelta della nostra storia, dal Risorgimento fino alla nascita della democrazia repubblicana.
Talune eccessive asprezze del dibattito politico non traggano in inganno. Esse possono forse offuscare, ma non cancellare, quella che è l'unità sostanziale, e la realtà operosa, dell'Italia democratica, all'alba del nuovo secolo.
In questa Italia, Paese fondatore dell'Unione Europea, avamposto dell'Europa verso il Sud del mondo, la posizione della Sicilia è di importanza strategica. Che ciò dia dei frutti dipenderà anche, o meglio soprattutto, da voi Siciliani.
Non lasciatevi deprimere dal confronto tra le glorie di una lunghissima storia e talune miserie del tempo presente. Attingete ai valori che la vostra civiltà vi propone. Abbiate fiducia nell'Italia e nell'Europa. Abbiate fiducia in voi stessi.
Auguro a tutti voi buon lavoro. Viva la Sicilia. Viva l'Italia. Viva l'Europa unita.

Cine Teatro Rivoli in attesa del presidente


L'addobbo




La folla al lungomare "GiuseppeMazzini" in attesa del Capo dello Stato

Anche la comunità tunisina dà il benvenuto al Presidente

L'arrivo

Incontro con le autorità


Il nostro lungomare gremito dalla folla







Bagno di folla








via Nicolò Tortorici
L'arrivo al Teatro Rivoli

L'entrata al teatro con il sindaco Nicolò Vella


il deputato dell'Assemblea Regionale Nicolò Cristaldi 


Franca Pilla Ciampi

Mons. Calogero La Piana (vescovo dal 2002 al 2006), l'on. Giuseppe Bongiorno 

 Vincenzo Asaro, Grillo, Emanuele Cristaldi 

Giuseppe Di Stefano

Gancitano



Discorso ufficiale del primo cittadino

Nicolò Vella

 Il presidente della Regione Siciliana on. Totò Cuffaro, il sen. Antonio D'Alì



Franca Pilla Ciampi, on. Toto Cuffaro, sen. Antonio D'Alì, on. Giulia Adamo, 









 il dott. Giovanni Tumbiolo, direttore del Distretto della Pesca



Il presidente sul palco



il discorso ufficiale





Intervento di Amira una giovane magerbina



Intervento di un giovane

sabato 24 febbraio 2018

Anni Cinquanta



Per Goliardia s'intende il tradizionale spirito che anima(va) le comunità studentesche, soprattutto universitarie, in cui al doveroso impegno nello studio si accompagna il gusto giovanile della trasgressione, la ricerca dell'ironia, il piacere della compagnia e dell'avventura. Goliardo o Goliarda, in italiano volgare, è la contrazione di due parole, "Golia Abelardo", personaggio contraddittorio, prelato ed intellettuale (Pietro Abelardo), amante dei vizi e della vita libertina, vissuto attorno l'anno mille, fondatore di questo movimento e stile di vita e nemico intellettuale San Bernardo di Chiaravalle.
Dal medioevo esiste anche un filone goliardico in letteratura, che ha avuto il suo migliore esponente in Cecco Angiolieri. La poesia goliardica era una naturale espressione dello spirito da osteria o da camerata. Nelle università italiane lo spirito goliardico, fu molto forte sin dal Medioevo quando le più antiche di esse furono fondate, ha avuto un apice negli anni '50 e' 60 del novecento. In seguito subì un declino, definito sonno, dalla metà degli anni '70 fino alla fine degli'80, allorché l'interesse per le associazioni goliardiche fu progressivamente sostituito, nell'immaginario collettivo studentesco, dall'impegno politico. È con gli '90 che gli ordini iniziano un difficile tentativo di ricostituirsi, le nuove generazioni di studenti cercano gli anziani capi-ordine e capi-città, ancora custodi di manti, placche e papiri storici; è fondamentale, difatti, l'approvazione degli anziani affinché un ordine possa riaprire. Attualmente c'è una Goliardia attiva nelle città universitarie di TRIESTE, BOLOGNA. FERRARA, PISA, PAVIA, SIENA, FIRENZE, PADOVA, GENOVA, CAGLIARI, CAMERINO, CATANIA, TRAPANI (il Mulino a Vento), MESSINA, PALERMO,TORINO, a MILANO non è molto diffusa, ma esiste un ordine all'Università Bocconi (Mercurio) e un ordine sovrano in città.
Struttura e organizzazione:
Generalmente, la città è governata da un ordine sovrano, a cui fa capo un capo città (esempio: Gran Maestro dello Speron di Ferro a Palermo, Doge a Genova, Grifone a Perugia, Duca a Ferrara, Gran Maestro del Fittone a Bologna, a Pavia non matricolare, ovvero composto solo da Goliardi e non da matricole e/o aspiranti, sotto del quale stanno gli ordini cittadini (vassalli) e gli ordini al di fuori delle mura (minori) Esempio di ordine Vassallo è quello del Sultanato del Vallo, di Mazara, il cui primo Sultano fu Nino Calabrese (ingegnere) cui segui' il sottoscritto, Pino Catalano (medico), che venne sostituito poi con un Colpo di Stato, (concordato con Nicola Cristaldi) da Nello Buscemi (ingegnere)


Canti Goliardici

GAUDEAMUS IGITUR è l'inno europeo
(in molti paesi europei è noto con il titolo De brevitate vitae)
Gaudeamus igitur juvenes dum sumus. [bis]
Post jucundam iuventutem
post molestam senectutem
nos habebit humus! [bis]
Vita nostra brevis est, brevi finietur, [bis]
venit mors velociter,
rapit nos atrociter,
nemini parcetur. [bis]
Ubi sunt qui ante nos in mundo fuere? [bis]
Vadite ad superos
transite ad inferos
hos si vis videre. [bis]
Vivat academiavivant professores! [bis]
Vivat membrum quodlibet,
vivat membra quaelibet,
semper sint in flore. [bis]
Vivant omnes virgines facilesformosae! [bis]
Vivant et mulieres
teneraeamabiles,
bonae et laboriosae. [bis]
Vivat et respublica et qui illam regit! [bis]
Vivat nostra civitas,
maecenatum charitas,
quae nos hic protegit. [bis]
Pereat tristitiapereant osores! [bis]
Pereat diabolus,
quivis antiburschius,
atque irrisores. [bis]
Quis confluxus hodie academicorum? [bis]
longinquo convenerunt,
protinusque successerunt
in commune forum. [bis]
Alma Mater floreat quae nos educavit [bis]
caros et commilitones,
Dissitas in regiones
sparsos congregavit. [bis]
Traduzione
Spassiamocela dunque, finché siamo giovani.
Dopo l'allegra gioventù,
dopo la scomoda vecchiaia
ci riceverà la terra!
La nostra vita è breve, in breve finirà
arriva la morte in un lampo
ci strappa crudelmente
non risparmierà nessuno.
Dove sono quelli che prima di noi furono nel mondo?
Andate verso i cieli
passate per gli inferi
se vuoi vederli.
Evviva l'accademia, evviva i professori!
Viva qualunque membro,
viva tutti i membri,
siano sempre in pieno vigore.
Viva tutte le ragazze, disponibili, attraenti!
viva anche le donne
tenere, amabili,
buone, laboriose.
Viva anche lo Stato e chi lo governa
viva la nostra civiltà
la generosità dei mecenati
che qui ci protegge
Alla malora la tristezza, alla malora chi ci odia!
alla malora il diavolo
ogni retrivo
ed i denigratori|
Che riunione di accademici c'è oggi?
Da lontano sono convenuti
e in breve si sono riuniti
in comune assemblea.
Evviva l'Alma Mater che ci educò
alla stima e alla collaborazione
anche se disseminati
in regioni distanti, ci aggregò.

Inno dei Goliardi del 1848


Di canti di gioia
di canti d'amore
risuoni la vita mai
mai spenta nel cuore
non ceda per essi la nostra virtù (bis)

Dai lacci sciogliamo
l'avvinto pensiero
ch'or libero spazia
nei campi dal vero
e sparsa la luce sui popoli fu (bis)

Ribelli ai tiranni
di sangue bagnammo
le zolle d'Italia
fra l'armi sposammo
in sacro connubio la Patria al saper (bis)

La Patria faremo
coi petti coi carmi
superbe nell'arti
temute nell'armi
regine nell'opre del divo pensier





La Feluca è il tradizionale copricapo studentesco, simile al cappello che portava Robin Hood, è patrimonio di tutti gli studenti di un ateneo



Gli anni '50, '60 e '70 vissuti a Mazara, durante il periodo degli studi universitari, per noi protagonisti e non solo, sono stati anni allegri, spensierati, irripetibili e indimenticabili. Le foto di quell'epoca ne sono una testimonianza e rivedendole inducono tanta nostalgia e tanta gioia. Ma sono anche uno spaccato di storia e una testimonianza di come vivevano i giovani universitari di quei tempi
1953/54 - I Festa della Matricola - Carri Tematici
Carro dei Biologi "I dinosauri"
Santi Burgio, Pierino Di Liberti, Franco Rallo, Cuttone, Castrogiovanni

Via San Giuseppe - Carro dei Biologi
Pierino Di Liberti, Stefano (Fanino) Barracco, 
(interessante notare il negozio di tessuti dei F.lli Geraci e il portone dell'abitazione Di Cesare Barbera, poi sede di un Istituto bancario) 



Pierino di Liberti, Fanino Barracco

(su una Due Cavalli della Citroen, con guida a destra, del dott. Giammarinaro)



Carro degli Architetti -  "La casa caruta"
G. Nicola Guida (autista del camion paterno, notate il posto di guida a destra),
Angelino Misuraca (abusivo, suona la sirena)

Dino Ingrassotta

"Accasatevi e incatenatevi"
Natale Castelli, Ivan Angelo, Maniaci, Giovanni Trapani (a sin tra il pubblico Peppino Stabile)


D'Aleo, Catania (papà cannolo), Misuraca, Giovanni Hopps, Giacomino Romeo, Passalacqua, Vincenzo Lo Monaco, Emanuele (Nele) Li Volsi

3/12/1953 - Cine Teatro Vaccara

Di Giovanni, Di Stefano, Ruggero Sammartano, Salvatore Torre

3/12/1953
Caravaglios, Ivan Angelo, Ruggero Sammartano, Nino La Grutta, Salvatore e Matteo Marrone, Giovanni Marrone, Luigi Burzotta

Salvatore Gancitano, Francesco Rallo, G. Nicola Guida, Pisciotta, Pino Inzerillo, Franco Abbagnato

In quell'anno si decise di non eleggere la Reginetta goliardica e venne premiata l'Oca Peggy
Gancitano Salvatore, G. Nicola Guida con l'oca

G. Nicola Guida, Ascenzio Burzotta, Turina Marrone, ?,?, Pino Inzerillo, Lucrezia Del Franco, Pina Adamo

La simbologia scenica è la seguente:
L'impiccato Nino Messina viene salvato o trasformato in Angelo

Natale Curti (Orchestra Brazil), Nino Messina, Salvatore Gancitano, Gaspare Paladino, Nino Patti






G. Nicola Guida, Turina Marrone, Pina Adamo, Franco Abbagnato, Lucrezia Del Franco






Enrico Spanò, Pino Di Liberti Caterina Scuderi, Anna Di Liberti, Anna Scuderi, Isidoro Spanò




Greco, Giovanni Marrone, Vito Quinci, Maniaci senior, Mimmo Marrone, Pina Tilotta e Gino Di Giovanni, Franco Romei, Salvatore Vaccaro, Maltese, Claudio Bevilacqua, Ivan Angelo, Mimì Bianco, G. Nicola Guida, Asaro e signora Paola, Guido Trapani, Jo Jo Di Giovanni e Maria Di Stefano, Nicola Margeri, Santoro Gallo, Francesco Mirabile, Pino Giacalone, Santino Giametta, Maniaci, Mario Giubilato e signora, Tonino Gallo, Norrito, Marino, Pietro Rallo, Roccafiorita, Armando Sciarratta 

Pilly Manzo, Lallo Vaccara, Giacalone, Armando Montalbano, Raffaele Caravaglios, Candida Tilotta, Barracco, Muscolino, Salvino Misuraca, Franzina Vaccara, Franca del Franco, Fanino Barracco, Filippo Tumbiolo (in fondo)

Giamino Misuraca, Giacalone, Armando Napoli, Franzina Vaccara, Fanino Barracco, Candida Tilotta, Barracco
Salvatore Torre, Sebastiano Argirò, Ruggero Sammartano, dietro Pino Di Giorgi, Vito Ubaldino

Nicolò La Grutta, Letizia Luzi, Pino Inzerillo, ?, Pino Zerillo, Vito Ubaldino, Peppe Giardina, ?, Vito Papa

1954/55 - II Festa della Matricola - Corso Umberto I

Gaspare Misuraca (sulla bici per bambini), Mario Fasulo e Pino Inzerillo (sulla lambretta), Franco Romei (sufuni, sul calesse)



Piazza della Repubblica - Carri: tema il Mare


Giovanni Trapani, Pierino di Liberti 



Piazza della Repubblica


Pino Inzerillo, Salvatore Giubilato, Gaspare Paladino



Carmelo Stella, Ciccino Di Miceli, Piero Di Liberti, Ciccio La Masa, Candida Tilotta, Mattia Giaramidaro (reginetta uscente), Angela Giacalone, Pina Adamo, Anna Ingianni, Paolo Tedesco, Angelino Misuraca, Gioacchino Piccione. Dietro gli orchestrali della Brazil: Gino Ingrande, Andrea Pietrobono, Domenico Crescente

Ciccio La Masa, Candida Tilotta, Mattia Giaramidaro (reginetta goliardica), Agata Giacalone, Anna Ingianni
Complesso musicale della serata: Orchestra Brazil
Ciccio la Masa, Candida Tilotta, Mattia Giaramidaro, Agata Giacalone, Pina Adamo e il Complesso Brazil
Nei locali della Conserviera Vaccara - Elezioni Reginetta Goliardica
Gaspare Paladino, Mattia Giaramidaro (uscente), Maria Dipierro (neo eletta)


la vestizione

Gaspare Paladino, Mattia Giaramidaro, Maria Dipierro, Ciccino Di Miceli

Ciccio Pizzo, Mosè Gioiello, Pietro Truglio, Duccia Pizzo, Ivan Angelo, Maria Dipierro, Rosa Marino, Nino La Grutta, Ciccio Foderà, Maria Caravaglios

1955/56
Giovanni Asaro (ammazzapatri), Graziella Aiello, Gaspare Paladino

Giurisprudenza (Quattro bolli)
Gaspare Paladino

1955/56 - Stadio Nino Vaccara
Pino Zerillo, Salvatore Torre, Sebastiano Argirò

Salvatore Torre, Sebastiano Argirò 

Pino Inzerillo, Salvatore Torre, Giovanni trapani

Ingresso serata danzante - Alla Cassa
Nino Adamo, Salvatore Torre, Peppuccio Giardina


Nino Marino, Ignazio Alagna, Mommo Ferro, Michele Romeo, Gaetano Dionisi, Andrea Marrone, Vito Vento
1956/57 - Conserviera Vaccara
Felice Bocina, Enza Bianco, Ciccio Catania, ?, Anna ingianni, Pierino Di Liberti, Santino Giametta, Franco Sammartano

Liliana Accardi, Pina Adamo, Domenico Evola, Ciccio Catania, Enza Bianco, ?, ?, Anna Ingianni


Enzo Milone, Pino Bucca, ?, Pino Sammartano, Ciccio Spina, Vittorio Rallo, Tullio Valesi (figlio di armatore di Viareggio, in quel periodo residenti nella nostra città, sposò Gina Stefanini), Felice Bocina 
1957/58 - Elezione della reginetta goliardica
Pino Zerillo, Pino Inzerillo, Enzo Di Liberti, Mario Fasulo, Mattia Giaramidaro, miss Marianna Salvo, Salvatore Torre, Carmelo Stella
1958
Salvatore Martinico, Pina Sangiorgio, Teresa Martinico, Giordano Martinico 
(la mezza faccia è di Enzo Pizzo)

1958/59 - Premiazione Gara "Corsa con automobiline" - V Festa
Giovanni Cristaldi, Franco Serra, Roberto Barbera, Luigi Emilio Vaccara

1959/60 - VI Festa della Matricola
Nino Corleo, Tonino Gallo, Giovanni Russo, Nino Adamo, Natale Gallo, Tonino Sammartano, Franco Tumbiolo, Mario Cajazzo, Piero Di Giorgi